Il cinema di Gabriele Salvatores non piace a tutti, ma nessuno potrà negare che abbia sempre cercato di praticare strade inesplorate dal nostro cinema. Prima con quella specie di factory che era composta dagli attori del teatro dell’Elfo, poi con il giro di amici interpreti con ha saputo regalarci viaggi indimenticabili in Marocco (Marrakech Express), riletture pacifiste premiate con l’Oscar (Mediterraneo), denunce sociopolitiche (Sud), fantasiose invenzioni del virtuale (Nirvana), proposte di angoscia grottesca (Denti), l’intensa lettura di un rapimento infantile (Io non ho paura), un po’ di commedia (Happy Family), per poi virare con la digressione tatuata dell’Est (Educazione siberiana), l’affascinante documentario di montaggio (Italy in a Day) infine tre anni fa si è avventurato nel film per ragazzi con un giovane supereroe (Il ragazzo invisibile). Quest’ultimo film non solo incassato, oltre cinque milioni, ma ha anche ottenuto l’Efa Young Award, assegnato all’unanimità da una giuria di ragazzi di 25 diversi paesi europei. Praticamente un genere totalmente sconosciuto al nostro cinema: un fantasy con giovanissimi protagonisti.

Ora arriva il sequel, sempre diretto da Salvatores, non tanto perché nel suo curriculum mancasse questo tipo di esperienza, quanto perché, come ha avuto modo di affermare, non avendo figli nella vita reale ha voluto seguire il suo eroe nella crescita vedendolo arrivare a quell’età ricca di contraddizioni che è l’adolescenza.

Il ragazzo invisibile – seconda generazione è infatti arrivato ai sedici anni, mentre nel primo film ne aveva tredici. Una differenza abissale nella trasformazione da bambino a uomo. Sempre interpretato da Ludovico Girardello, Michele Silenzi cerca il suo posto nel mondo e non si trova bene. Lo vediamo infatti sdraiato su una pietra tombale al cimitero con tanto di cuffie per la musica. Sta (rim)piangendo sua madre adottiva Giovanna (Valeria Golino) morta in un incidente d’auto mentre litigava al telefono con lui.

Non è l’unica assenza. Il babbo, cieco e telepatico, che lo aveva ritrovato e gli aveva spiegato il perché lui fosse «speciale» ora è sparito. Anche Stella, la sua ragazzina ormai sta con un altro, uno sciocco che si attribuisce meriti che non gli appartengono. Inoltre Michele deve andare dallo psicanalista. Sì, è un supereroe ma fragilissimo, per questo quando sulla sua strada si imbatte prima in Natasha, sua sorella, poi in Yelena, sua madre naturale, è nelle condizioni migliori per essere strumentalizzato e coinvolto in uno scontro tra normali e speciali.

Tra le novità di questa seconda puntata, oltre a molti personaggi dotati di poteri singolari che la rendono un po’ ridondante, va segnalato l’arrivo di Galatea Bellugi nei panni di Natasha, ma soprattutto il magnifico lavoro di Victor Perez, responsabile degli effetti visivi con immagini interamente create in computer grafica. All’estero è una pratica molto diffusa, è invece la prima volta per un film italiano, a riprova, ancora una volta, della capacità di sperimentare di Salvatores.