Tutto nasce dalla celebre frase di Yurij Gagarin, il primo uomo che vide dallo spazio quanto piccola e bella fosse la nostra Terra. Come ebbe a scrivere, prima di lui, il poeta Paul Eluard,«una arancia blu», Gagarin scrisse dell’assurdità dei confini, della necessità della pace, di una fratellanza universale ineluttabile.

I Cosmonauti di Piacenza, molto più terra terra, consapevoli di tutto questo ed ammirati da riflessioni tanto profonde, dal 2015 hanno deciso di prendersi cura di un pezzetto di questo pianeta e, guarda caso, lo hanno fatto rimettendo in sesto, in piena città, un frutteto, erede dell’azienda biologica Campo lunare, in stato di abbandono, sono cinquemila metri quadri, un mezzo ettaro a Santa Maria di Campagna.
Li abbiamo incontrati a Castelponzone, alla undicesima edizione di Semiscambi, organizzata dal Fai di Cremona, dietro il loro banchetto. Ne parliamo con il presidente, di origine argentina, Javier D’Argenio, 25 anni, e Giulio Merli, uno dei fondatori. Cosmonauti, innanzitutto, ed è la loro grande fierezza, perché hanno veramente salvato un frutteto in precarie condizioni, infestato dai rovi. E trovandoci in città, si sa come possono andare a finire le cose, dall’incuria al cemento il passo è breve.

E invece hanno provveduto a ripulire e risanare l’area, l’hanno circondata con una bella siepe di essenze antiche e preziose come corbezzoli, sanguinelli, cornioli, hanno saputo valorizzare uno spazio abbandonato riportandolo al suo valore paesaggistico e culturale, hanno creato un luogo di incontro. Per sostenersi, i Cosmonauti hanno partecipato e vinto bandi pubblici del comune di Piacenza, organizzano corsi di formazione continui, laboratori di innesto e potatura, di buone pratiche agroecologiche, di riconoscimento di erbe selvatiche.

Durante l’anno, in date stagionali, si sono inventati un festival , Festival diffuso-Coltivare tradizioni e accolgono i visitatori per varie attività. Tra i loro progetti importanti, certamente, meritano i corsi di ortoterapia per aiutare le persone con disturbi dello spettro autistico, ancora, hanno progetti per l’inserimento di minori stranieri.

Il loro frutteto, rinato a vita nuova, si è arricchito delle essenze che comunità migranti apportano dai loro paesi di origine, in particolare dall’Est Europa e dal Bangladesh.

Ricavati piccoli orti condivisi, i migranti vi seminano verdure originarie dai propri orti. I Cosmonauti, durante la settimana, dal lunedì al venerdì, svolgono diverse attività; allestiti gli appositi bancali, svolgono attività con persone a ridotta mobilità, svolgono laboratori nelle scuole realizzando orti didattici.
Se andate sulla loro pagina Facebook, troverete una festa di immagini: partendo dalle verdure coltivate, fanno la salsa di pomodoro, direi davvero che Piacenza ha trovato una «base spaziale» molto ma molto terrestre, solidale ed appetitosa.
Passate da quelle parti, andate a trovarli: la pace e la fratellanza universali, e quanto ne abbiamo oggi più che mai bisogno, passano anche attraverso un rastrello e una passata di pomodoro di antiche varietà dagli orti condivisi