Forse la peggiore minaccia che la presidenza Trump porta con sé anche per la democrazia americana è quella di una Corte suprema dominata dalla destra per decenni. Oggi la Corte ha un posto vuoto, quello del giudice Scalia morto nel febbraio scorso, che i repubblicani hanno impedito a Obama di sostituire.

Trump, grazie alla maggioranza di cui dispone in Senato, nominerà facilmente un conservatore che ripristinerà l’equilibrio favorevole ai repubblicani interrotto dalla scomparsa di Scalia.

Ma il nuovo presidente avrà probabilmente la possibilità di nominare almeno un altro giudice della Corte, forse due: Stephen Breyer ha 78 anni, Ruth Bader Ginsburg ne ha 83 ed è stata malata, quindi è probabile che il suo seggio nell’arco dei prossimi quattro anni si renda disponibile per un altro giurista conservatore (Breyer e la Ginsburg fanno parte del gruppo dei quattro giudici progressisti).

Questo creerebbe una solida maggioranza 6 a 3 nella Corte, che potrebbe rimettere in discussione gran parte delle conquiste degli ultimi anni sul terreno dei diritti civili e delle libertà individuali.

Il matrimonio tra omosessuali o lo stesso diritto all’interruzione della gravidanza sono i due obiettivi più probabili, mentre temi come il diritto assoluto di portare armi o il ruolo del denaro nel processo politico non verrebbero mai affrontati.

Il presidente della Corte, John Roberts, ha appena 61 anni e quindi resterà in carica ancora a lungo.