Esistono davvero soluzioni alternative al razionamento dell’acqua a Roma? Trattative febbrili, a metà tra il tecnico e il politico e posizionamenti tattici segnano l’ennesima giornata: mancano due giorni prima che scada il conto alla rovescia. Domani a mezzanotte cesseranno le captazioni dal lago di Bracciano e, a detta di Acea, le fornitura d’acqua per la capitale andranno in sofferenza. Ieri i soggetti coinvolti si sono incontrati all’Autorità di bacino, per una riunione periodica prevista già prima che esplodesse la crisi. C’era anche il ministro dell’ambiente Gian Luca Galletti, il quale è stato audito anche in commissione Ambiente e Lavori pubblici della Camera. «Se non piove hai una situazione di criticità come quella che siamo vivendo – ha detto – Ma abbiamo potuto contenere i danni è proprio perché avevamo una governance sul territorio capace di mettere insieme tutti gli attori istituzionali».

Dovrebbe riunirsi anche la «cabina di regia» tra Regione Lazio ed Acea costituita due giorni fa nel corso del vertice convocato in Campidoglio. Si attende anche l’esito del ricorso fatto al Tribunale regionale delle acque contro la decisione della Regione dello stop alle captazioni dal lago di Bracciano.

Da parte del M5S, intanto, si rafforzano i segnali di appoggio alla strategia dell’azienda partecipata dal Comune di Roma. Per il deputato Riccardo Fraccaro, che da mesi su incarico di Grillo e Casaleggio affianca la sindaca di Roma, «Acea ha avviato una interlocuzione costruttiva con la Regione».«Tutto dimostra che l’ordinanza del presidente Zingaretti è illegittima, senza alcuna base scientifica né giuridica, e rischia di causare la sospensione dell’acqua per 1,5 milioni di romani», prosegue Fraccaro.

Ha una posizione diametralmente opposta il comitato a difesa del Lago di Bracciano, ormai schierato frontalmente contro Acea, amministrazione di Roma e gran parte del M5S. «Il ricorso di Acea contiene affermazioni di inaudita gravità che mettono a nudo l’assoluta mancanza di programmazione dal punto di vista della gestione del settore idrico sia del Campidoglio, sia dell’azienda alla quale è affidata la gestione – spiegano – Virginia Raggi inoltre non solo si muove quando ormai la situazione è gravissima ma con uno sgarbo istituzionale mai visto, tiene fuori dalla “cabina di regia” i sindaci del lago di Bracciano, Anguillara e Trevignano, il Parco di Bracciano-Martignano, il Consorzio Lago di Bracciano e i comitati».

Per sfuggire al razionamento dell’acqua bisogna trovare altre fonti di approvvigionamento. C’è anche un’altra strada, che seppure smentita nei giorni scorsi da Acea è ritenuta praticabile: consiste nel rinviare il blocco delle captazioni dal lago di Bracciano fino al primo agosto, quando alcuni romani dovrebbero andare in vacanza il fabbisogno idrico diminuire sensibilmente. È possibile anche un intervento diretto del governo, dal ministero della Sanità: preoccupano la sorte dei 13 mila degenti ricoverati negli ospedali cittadini e dell’erogazione dei servizi essenziali. Ecco perché Palazzo Chigi potrebbe dichiarare lo stato di calamità.