Israele ha usato la violenza dei suoi coloni per cacciare i palestinesi da terreni agricoli e da pascolo in Cisgiordania. Questa la denuncia contenuta nell’ultimo rapporto presentato da B’Tselem in cui il gruppo per i diritti umani racconta l’appropriazione di quasi 30 kmq di terre da parte dei coloni negli ultimi cinque anni. Ne è una dimostrazione il caso della Maon Farm – uno dei cinque documentati nel rapporto –, una colonia costruita a sud di Hebron che ora controlla circa 2,64 kmq, comprese strade e pascoli utilizzati dai palestinesi. Jummah Ribii, un pastore di 48 anni, di Al Tuwani, ha detto a B’Tselem che gli assalti dei coloni lo stanno allontanando dalle sue terre e dall’agricoltura che rappresenta il sostentamento della sua famiglia. «Nel 2018 mi hanno rotto una gamba. Ho dovuto vendere la maggior parte delle nostre pecore per coprire i costi delle cure», ha raccontato. Una storia simile a quelle riferite da altri palestinesi che abitano nell’area.

Nel rapporto B’Tselem contesta le dichiarazioni del governo israeliano secondo cui la violenza contro i palestinesi è perpetrata da un piccolo numero di coloni estremisti e che le forze di sicurezza starebbero facendo del loro meglio per fermarla. Il gruppo per i diritti umani afferma che «i militari non impediscono gli attacchi anzi, in alcuni casi, vi partecipano».