Illegali per la legge internazionale, i coloni israeliani insediati nei Territori occupati riceveranno quest’anno dal ministero dell’edilizia un budget doppio rispetto al passato per monitorare le costruzioni palestinesi «abusive», secondo la legge israeliana, nell’Area C della Cisgiordania. Lo riferisce il quotidiano Haaretz aggiungendo che quaranta milioni di shekel, poco più di dieci milioni euro, saranno distribuiti ai consigli degli insediamenti coloniali per assumere personale per i pattugliamenti e per acquistare droni e autoveicoli. Haaretz rivela inoltre che già da diversi anni i coloni svolgono questa attività di «controllo» dei palestinesi sotto occupazione, per poi fare pressioni sulla Amministrazione civile israeliana in Cisgiordania – che fa capo all’esercito – affinché intervenga per demolire subito le costruzioni arabe senza autorizzazione israeliana.

La concessione di permessi edilizi ai palestinesi che vivono nell’Area C – controllata totalmente da Israele – è estremamente rara e le demolizioni, anche di edifici scolastici, sono quotidiane. Va notato che la stessa ministra dell’edilizia, Orit Struck, è una colona, molto attiva, e che suo figlio vive nell’avamposto coloniale di Esh Kodesh, illegale anche per la legge israeliana. Intanto ieri due soldati sono stati feriti da un palestinese, Mahmoud Al Awawdeh, 21 anni, armato di un coltello, nei pressi della base Tzrifin di Rishon Lezion, a sud di Tel Aviv.