Un «decreto ombra» contro lo «Sblocca Italia». Ma anche iniziative sui territori e incursioni nei consigli comunali e regionali con mozioni e risoluzioni per impegnare queste istituzioni nella battaglia contro il decreto. Il Movimento 5 stelle ha presentato un disegno di legge per «attivare l’Italia» che vuole essere un’alternativa alla privatizzazione dell’acqua, contro le trivellazioni e la costruzione di nuovi incenitori.

«Renzi riporterà l’Italia al Medioevo – sostiene M5S – come se tecnologia e innovazione non fossero strade percorribili». Il disegno di legge prospetta un modello di sviluppo completamente diverso da quello fondato dal governo su energie fossili, cemento, speculazioni immobiliari e nuova finanziarizzazione dei beni comuni, oltre che degli immobili vuoti delle nostre città. Si parla, ad esempio, di «riqualificazione energetica»: un miliardo speso in questo settore genera fino a 18 mila posti di lavoro. «Gli stessi fondi, dirottati invece sulle grandi opere, creano meno di mille posti di lavoro». Considerazione analoga per quanto riguarda le trivellazioni, a caccia del petrolio, soprattutto in Basilicata.

«Noi partiamo dai numeri – sostengono i parlamentari 5 Stelle – per ogni miliardo investito nelle energie fossili si creano cinquecento posti di lavoro. Per ogni miliardo investito nelle rinnovabili invece come solare e fotovoltaico i posti di lavoro salgono a trecento». Nel disegno di legge si sostiene inoltre che il rapporto occupazionale tra una produzione fossile e un’altra a risparmio energetico è di uno a 36 a favore di quest’ultima. A questo rapporto potrebbe contribuire anche l’investimento di risorse nella riqualificazione energetica degli edifici. «Questa è la prima grande opera pubblica di cui ha bisogno il nostro paese con gli stessi soldi stanziati per il Tav, noi apriremmo migliaia di micro-cantieri diffusi nelle città». «Per ogni miliardo investito in grandi opere si producono 640 posti di lavoro contro i circa 15 mila del settore della riqualificazione energetica degli edifici». Sono dati del rapporto conclusivo sulla green economy promosso dalle Commissioni congiunte Ambienti e attività produttive della Camera.

I Cinque Stelle propongono l’esclusione degli investimenti per la riqualificazione del patrimonio pubblico dal patto di stabilità interno, la creazione di un fondo nazionale per il credito alla riqualificazione del patrimonio, oltre che un piano nazionale di riqualificazione urbana, energetica e antisismica degli edifici. Il disegno di legge prevede anche l’istituzione di un bonus fiscale (geo-bonus) fino al 65% per chi effettua interventi contro questi rischi e una pianificazione territoriale per le aree a rischio. Infine la proposta sull’investimento nei sistemi di monitoraggio e nella prevenzione dei rischi idrogeologici.

Un altro settore di intervento dell’«AttivaItalia» è il ciclo dei rifiuti. M5S propone un sistema del “riuso circolare degli imballaggi” da creare attivando una filiera del riutilizzo. «Bisogna individuare e censire tutti gli impianti dove vengono svolte attività di preparazione per il riutilizzo, di pre-selezione meccanica , di compostaggio – è la spiegazione – autorizzandone di nuove ma rispettando le linee guida europee per la prevenzione dei rifiuti». Netto il rifiuto a nuovi inceneritori: «Deprimono lo sviluppo della raccolta differenziata e del riciclaggio, aumentando la circolazione dei rifiuti sul territorio nazionale, nonché il fabbisogno delle discariche». Sull’acqua, altro decisivo campo di intervento di questo disegno di legge, M5S insiste sul bloccare «i processi di privatizzazione e far partire la ricostruzione di una gestione pubblica dell’acqua».

In occasione del presidio di mercoledì 15 ottobre, promosso dai movimenti dei beni comuni nell’ambito della campagna «Blocca lo Sblocca Italia», è prevista una conferenza stampa alla Camera con Wwf. Legambiente e Greepeace.