Per la Baltic Sea Philharmonic Orchestra diretta da Kristian Järvi, ormai di casa nel Kursaal di Merano, c’è stata una lunga standing ovation. Meritata in pieno per i quattro “cigni nordici” traghettati a sud delle Alpi nel corso del concerto intitolato Nordic Swans, appunto, inserito nella 36esima edizione del “südtirol festival merano . meran” dal direttore artistico Andreas Cappello e che ha luogo nella cittadina altoatesina fino al 19 settembre. Qualche anno fa, proprio a Merano, il sempre inventivo Järvi, aveva annunciato un esperimento musicale dopo la consueta pausa tra la prima e la seconda parte: il pubblico si era visto un palco stranamente vuoto davanti, niente più leggii per la numerosa orchestra di giovani musicisti raccolti dallo stesso Järvi nei dieci paesi che sorgono attorno al mar Baltico, e una volta entrati, si erano posizionati in cerchio per suonare l’intera partitura a memoria! Così anche la sera del 1° settembre l’intero concerto era nuovamente uscito da tutti quegli strumenti piazzati sul palco (dalla magistrale arpa in mezzo alle numerose percussioni) e dai tanti violinisti, contrabbassisti e suonatori di fiati in piedi, completamente a memoria. Tre i brani in programma: Il cigno di Tuonela op. 22 di Jean Sibelius, un brano breve, molto tenebroso sebbene dalle sonorità luminose tipiche del compositore finlandese vissuto tra l’Otto- e il Novecento, in cui domina l’oboe; lo Swansong di Arvo Pärt, assolutamente singolare che rispecchia un “minimalismo sacro”, essendo basato su una composizione precedente che risale al 2000, creata per un coro, e ispirata alle parole di un teologo inglese. 

NON POTEVA MANCARE il più famoso concerto dedicato al candido animale bianco, ossia Il lago dei cigni di Peter Ciakowskij, il cui balletto però è stato drammaturgicamente e musicalmente riscritto in più parti dallo stesso Järvi, soprattutto nel finale, come ci ha rivelato a concerto terminato. “Nella sinfonia di Ciaikowskij il cigno muore e fa finire di colpo il balletto, io ho voluto farlo volare di nuovo, facendo in modo che possa idealmente spiegare le ampie ali e far apparire la luce gioiosa interiore, che del resto è in tutti noi…”, aggiunge con un ampio sorriso che fa del suo volto uno splendente sole del nord, radioso e magnetico, dopo aver mimato con passione il rianimarsi dell’uccello bianco. D’altronde, Jarvi è molto fisico anche sul palco, dove per essere più vicino ai “suoi” giovani musicisti ha fatto togliere il podio da direttore d’orchestra per essere come loro uno “stage man”, poter “sentire” la scena e con loro, vestiti con abiti in bianco e nero confezionati su misura con piccole ali sulle maniche, creare quell’atmosfera che fa viaggiare anima e corpo, il suo, innanzitutto, che a tratti saltella persino, tanto fa vibrare i suoni che dirige attraverso i muscoli del suo corpo; così come quello dei musicisti che senza i leggii in mezzo si sentono più liberi e più vicini tra di loro nel suonare, e – ovviamente – anche quello del pubblico trasportandolo in quei luoghi immaginari dove luminosi esseri silenti e magici si incontrano.

Chiediamo ancora quale fosse stato il quarto “swan” che ci ha regalato con il primo bis: The White Swan, sempre di Sibelius, mentre il secondo bis, forte, gioioso, multicolore nel suono e nelle visioni che trasmetteva, era una composizione sua e non poteva che chiamarsi Midnight Sun, un fenomeno della natura che noi nel sud non possiamo nemmeno immaginare, ma che lui e i suoi musicisti, tutti figli dei paesi attorno al Mar Baltico, e quindi figli del nord, conoscono bene. Tanto da poterlo suonare con immensa poesia e gioia interiore. “Nordic Swans è un omaggio a una delle creazioni più graziose della natura”, scrive il Baltic Sea Orchestra sul depliant che accompagna questa tournée 2021, e non a caso scelto dai romantici come simbolo della purezza, della fedeltà e dell’eleganza. A dire di Jarvi i cigni sono fermamente ancorati nella cultura dei paesi nordici: ecco perché è stato scelto questo repertorio dopo oltre un anno di inattività orchestrale.