«Crisi della storia»: l’espressione circola da anni, sintetizzando gli smarrimenti scientifici della ricerca, la perdita di peso politico-culturale delle discipline e la de-alfabetizzazione di massa alla critica storica. Molti processi concreti contribuiscono alla percezione di una «crisi», ma la rappresentazione unificante sarebbe forse da mettere in discussione. Ad esempio ricordando che anche la «crisi della storia» ha una sua lunga storia: ripercorrerla illuminerebbe le trasformazioni delle società europee. Oppure, ponendosi una semplice domanda: quale «storia» è in crisi?
L’ultimo libro di Michele Colucci, una sintesi della Storia dell’immigrazione straniera in Italia. Dal 1945 ai nostri giorni (Carocci, pp. 243, euro 18; il volume verrà presentato oggi, alle 17, alla biblioteca Ariostea di Ferrara, poi il 7 al teatro Bellini di Napoli e il 13 all’università di RomaTre), conferma che c’è ancora bisogno dello sguardo storico e che la storia è essenziale per leggere il presente.

PUÒ SEMBRARE incredibile, ma fino ad oggi, quando l’8,5% della popolazione residente è straniera (oltre 5 milioni, senza considerare le centinaia di migliaia di acquisizioni di cittadinanza), non esisteva una ricostruzione generale delle vicende di immigrati e immigrate in Italia. La scienze sociali italiane, demografia e sociologia su tutte, si sono impegnate in un importante lavoro di analisi, ma spesso confinato al presente o al suo immediato retroterra.

LA STORIOGRAFIA contemporaneistica ne ha spesso accettato uno dei presupposti: l’immigrazione in Italia sarebbe fenomeno «recente» e a lungo trascurabile. Il volume smentisce questi ed altri luoghi comuni e colma finalmente una lacuna, nel migliore dei modi, setacciando la bibliografia esistente e presentando sobriamente dati e interpretazioni, per risalire fino al 1945 alla ricerca di continuità e rotture nell’esperienza della migrazione verso il Belpaese.

IN QUESTO LIBRO ricchissimo, il lettore troverà le matrici prime delle politiche migratorie: l’esperienza dei profughi post-bellici, il diritto d’asilo in Costituzione, la ripartizione di competenze istituzionali e la formazione di una percezione durevole. I primi flussi, di studenti, ex-sudditi coloniali, lavoratori jugoslavi e domestiche, evidenziano l’incapacità di predisporre politiche che considerino le migrazioni un dato strutturale.
I «caratteri originari» dell’immigrazione in Italia sono l’intreccio fra determinanti economiche e politiche, la molteplicità di provenienze e destinazioni, la forte mobilità, l’istruzione e la presenza femminile. Molti sono condivisi con i paesi mediterranei, non solo della sponda europea. Lacune e ambiguità giuridiche si sono ripetutamente tradotte nella discrezionalità dell’intervento pubblico, che ha delegato al mercato del lavoro – e a soggetti ecclesiastici e sindacali – l’integrazione, salvo poi riconoscerla attraverso periodiche sanatorie.

DAL QUADRIENNIO 1989-1992 si è imposta una svolta e l’immigrazione è da allora al centro del dibattito, inserita nelle cornici europee (e nell’allargamento dell’Unione). Da allora si è registrato un rapido aumento dei flussi, indeboliti solo dalla crisi economica e dalle precarizzazione dell’ultimo decennio. Lo sguardo storico evidenzia il costante «emergenzialismo» degli interventi, che penalizza e complica le migrazioni ordinarie.
Questa Storia dell’immigrazione è un libro prezioso, facilmente leggibile perché ben scritto: dunque da leggere e far leggere nelle scuole e nelle università, ma utile anche agli operatori, istituzionali e non, delle politiche migratorie e, naturalmente, agli stessi immigrati e nuovi cittadini, che troverebbero in queste pagine riconosciuto il loro attivo protagonismo nelle trasformazioni della società italiana nell’ultimo mezzo secolo.

 

SCHEDA

Il libro Storia dell’immigrazione straniera in Italia di Michele Colucci verrà presentato: martedì 4 dicembre, ore 17: Biblioteca Ariostea Ferrara (con l’arcivescovo Gian Carlo Perego, Alfredo Alietti e Michele Nani); venerdì 7 dicembre, ore 16:30: teatro Bellini di Napoli (con Najhi Ahmed, Enrico Pugliese e Hillary Sedu); giovedì 13 dicembre, ore 9:15: Università di RomaTre (via Ostiense 234), con Gaetano Sabatini e Francesco Dandolo