Dalla struttura itinerante del Palacomieco ai tre appuntamenti con «Carta al tesoro», la caccia al tesoro nelle città di Bari, Bologna e Napoli; dalla musica e arte de «L’albero delle parole» a Genova fino alla diciottesima edizione di «Riciclo Aperto», alla scoperta della filiera cartaria. Queste sono alcune iniziative organizzate da Comieco, il consorzio nazionale per il recupero e il riciclo degli imballaggi a base cellulosica, per la seconda edizione del «mese del riciclo di carta e cartone».

«Durante la scorsa edizione abbiamo notato una grande disponibilità a collaborare, da parte di associazioni e centri culturali» spiega Carlo Montalbetti, direttore generale di Comieco. «Quest’anno alle iniziative organizzate direttamente dal consorzio si aggiungono oltre 60 appuntamenti nati spontaneamente in tutta Italia, in Sicilia particolarmente» aggiunge. Il «mese del riciclo», infatti, secondo il direttore generale ha messo in moto una rete spontanea. Due le principali novità di quest’anno, racconta Montalbetti: «Le iniziative nate dal basso e l’attenzione per il meridione». La Sicilia ospiterà le quattro tappe del Palacomieco, la struttura per far conoscere il ciclo del riciclo. Il meridione è stato scelto come obiettivo strategico.

Quali sono i punti dolenti della raccolta?

Sul versante della qualità c’è ancora molto da fare. Alcune realtà hanno migliorato il modo di fare la raccolta, altre non ancora. Per esempio: a Napoli la raccolta di carta e cartone va molto bene dal punto di vista quantitativo, dal punto di vista qualitativo, invece, in alcune aree è negativa. ll tasso di impurità presente a volte supera il 6-8%. Un errore comune è quello di usare sacchetti di plastica per conferire la carta o buttare riviste ancora imballate. Il problema è la mancata separazione della carta da altri materiali.

Come con gli imballaggi misti…

Suggeriamo alle aziende, nel momento in cui progettano l’imballaggio, di scegliere il mono materiale. Nel caso di materiali multipli invitiamo a testare la loro riciclabilità. E’ possibile immettere sul mercato contenitori multi materiale assolutamente riciclabili.

Perché la carta è emblema dell’economia circolare?

Secondo una ricerca gli italiani dedicano 2 minuti al giorno alla raccolta differenziata, di questi la metà per carta e cartone. In quel momento gli italiani, inconsapevolmente, fanno un atto di fede buddista: credono nella reincarnazione. Carta e cartone hanno 7 vite: un giornale può trasformarsi in una scatola da scarpe e viceversa.

In Italia la carta è sempre stata prodotta con il riciclo: prima gli stracci, poi gli scarti agricoli. Solo alla fine degli anni ’50, con i consumi di massa, ci si è spostati sul recupero di carta e cartone.

Questo processo ha una serie di effetti benefici rilevanti. In primo luogo dal punto di vista del risparmio energetico. Riciclare è molto meno impattante che produrre nuova cellulosa. In secondo luogo viene ridotta l’emissione di anidride carbonica di oltre un milione di tonnellate. Ovvero una quantità paragonabile al blocco di 6 giorni e 6 notti di tutte le automobili, i camion e i mezzi pubblici d’Italia. Anche l’impronta idrica si è ridotta. Oggi per produrre una tonnellata di carta si usano 24 metri cubi di acqua, nel 1970 ne occorrevano 100. Il 90% dell’acqua che si impiega nel processo produttivo è acqua di riciclo.

Chi sono gli attori coinvolti nel riciclo?

Sono circa 3.400 gli associati a Comieco: vanno dalle cartiere che producono la materia prima, alle aziende trasformatrici come cartotecniche e scatolifici, fino alle piattaforme che selezionano il materiale che arriva dalla raccolta dei comuni.

La Ue chiede di raccogliere 3,5 milioni di tonnellate annue, entro il 2020.

Come riciclo di carta e cartone proveniente dalla raccolta differenziata siamo a 3,3 milioni. Se aggiungiamo la raccolta attraverso i canali industriali e commerciali superiamo i 5 milioni di tonnellate. Anche le scuole sono un presidio educativo, ma possono diventare punti di raccolta. Comieco mette a disposizione delle amministrazioni contenitori ad hoc dedi cati a scuole e uffici. Ne abbiamo distribuiti migliaia.

Come sono messi i nostri comuni?

Occupiamo le primissime posizioni europee, al pari o sopra la Germania, in proporzione al numero di abitanti. Ma ci sono aree dove c’è molto da fare. Abbiamo stanziato fondi a sostegno dei comuni in difficoltà, per una cifra che supera gli 8 milioni. Il consorzio lo scorso anno ha dato contributi per oltre 100 milioni di euro. A fronte dell’attività di raccolta, infatti, Comieco riconosce un corrispettivo ai comuni.

Il ruolo di sussidiarietà va oltre…

Lo scorso anno il prezzo della carta da macero è crollato per la chiusura sostanziale delle importazioni da parte della Cina. Molti comuni del nord che avevano deciso di vendere direttamente sul mercato la carta si sono trovati in difficoltà e hanno deciso di rientrare nel consorzio. Alla fine del 2018 abbiamo avuto il rientro di oltre 500.000 tonnellate di carta. Siamo passati da un milione e mezzo di tonnellate a doverne gestire 2 milioni. In Italia l’industria della carta sta facendo investimenti. Nel 2020 saranno operative tre nuove cartiere: vicino a Roma, a Mantova e in Piemonte.

La tendenza ad eliminare gli imballaggi rimetterà in difficoltà il settore del riciclo?

Oltre al settore dell’imballaggio, che utilizza in media per il 90% carta da macero, c’è anche quello igienico sanitario: carta da cucina, fazzoletti e carta igienica. Si sta sviluppando l’uso della carta anche nel design, seppure di nicchia. Un esempio a metà tra design e imballaggio è il caso della doggy bag. Comieco in accordo con la Federazione dei pubblici esercizi (ristoranti, bar, trattorie) ha appena lanciato il «rimpiattino». Si tratta di contenitori in carta e cartone riciclati che vengono distribuiti ai ristoratori italiani per stimolare la lotta allo spreco.