Sciopero generale e notte bianca per i lavoratori dei call center: l’adesione alla protesta è stata altissima, secondo i sindacati, e tanti servizi di aziende o enti pubblici ieri hanno squillato a lungo o sono rimasti muti.

I lavoratori – 80 mila in Italia – chiedono nuove regole sugli appalti: «Si deve recepire la normativa europea, come accade nel resto del continente – spiega Michele Azzola, segretario Slc Cgil – Bisogna garantire il posto e le tutele in caso di cambio commessa».

Accenture, E-Care, Almaviva, Gepin, tantissimi i lavoratori al corteo che ha attraversato Roma nel pomeriggio, partendo da Piazza Repubblica per raggiungere Piazza del Popolo, dove in serata si sono esibiti artisti e personalità dello spettacolo e della cultura in solidarietà con gli operatori in cuffietta.

«Stiamo lavorando perché in Parlamento si creino le condizioni per normare la “clausola sociale” nel settore dei call center – spiega la sottosegretaria al Lavoro, Teresa Bellanova – Ma nell’attesa, se sindacati e associazioni datoriali più rappresentativi sono d’accordo, possono arrivare a un’intesa, come già avvenuto nel settore delle pulizie, che adotti la clausola a livello contrattuale. E quindi l’impegno da parte dell’azienda subentrante nell’appalto a mantenere al lavoro gli addetti dell’impresa che aveva l’appalto in precedenza».