La liturgia sanremese costretta dalle misure anti Covid, sopravvive con molti accorgimenti e qualche citazione agli storici show Rai targati Antonello Falqui, ma funziona. Amadeus e Fiorello si intendono, basta un ingresso con manto a strascico “prestato dal guardaroba di Achille Lauro, era il suo accappatoio…”, spiega lo showman siciliano, sulle note di una rilettura di Grazie dei fior rockeggiante e ondeggiante. Un ruolo difficile quello di Fiorello costretto ad improvvisare davanti alla platea vuota, ma il monologo sulle poltrone ‘su i braccioli, giù i braccioli’ strappa qualche sorriso. E funziona – insospettabilmente – anche il colosso Ibra a cui gli autori cuciono addosso testi perfetti per il personaggio: “I miei non sono follower, sono believer, persone che credono in me”. Matilda De Angelis esordisce travolta dall’emozione ma esce alla distanza: sa recitare – il monologo sul bacio  e cantare (il duetto con Fiorello su un classico sanremese della coppia Oxa/Leali, Ti lascerò). E la quota d’impegno arriva dall’appello di Amadeus per la liberazione di Patrick Zaki e l’ingresso dell’infermiera Alessa Bonari, le cui foto durante il primo lockdown con il volto segnato dalla mascherina è stato uno dei simboli della pandemia.

LOREDANA BERTE’ ha travolto l’Ariston – anche se vuoto Amadeus le ha dedicato una standing ovation d’archivio 1994 – capelli turchini, farfalline e minigonna mozzafiato, si è esibita in un medley di successi affrontati con una la voce da carta vetrata che resiste al tempo. Bello il gesto delle scarpe rosse sul palco, simbolo della lotta al femminicidio, e l’appello a fine esibizione: “Al primo schiaffo, fate partire la denuncia”.

E LE CANZONI? Amadeus da questo punto di vista ha compiuto la rivoluzione iniziata un anno fa: la musica dei 26 big (tredici ascoltati ieri, oggi gli altri) – piaccia o non piaccia – è quella che passa per radio. Pop elettronica e trap (ringraziamo di averci risparmiato l’abuso di autotune…), senza picchi clamorosi ma con una media complessiva mai scesa sotto la sufficienza. Spiccano l’intensità di scrittura del brano di Madame Voce– si sente la mano di Dardust – e la studiata frivolezza della Musica leggerissima di Colapesce e Dimartino, la perfetta fusione di voci e intenti di ComaCose in Fiamme negli occhi. Spinti da un forte battage da Sony, i Maneskin – Zitti e buoni e un pezzo che non si vergogna di ispirarsi più o meno esplicitamente a molti classici del rock – dimostrano però una notevole attitudine da palco. Classe e gran gusto per Ghemon, il suo Momento perfetto con i fiati dai rimandi alla old school dell’r’n’b (dietro c’è Philip Lassiter ex New Power Generation, la band di Prince). La classifica della prima serata – la Demoscopea, sempre più discutibile – fa le scelte più scontate e nel solco della melodia senza guizzi: in vetta Annalisa, Noemi, Fasma, in fondo Madame, Colapesce Di Martino, Ghemon. Nella gara delle nuove proposte passano i due pezzi migliori, Folcast con Scopriti e Gaudiano con Polvere da sparo (canzone che funzionerà nelle radio), fuori Avincola e la povera Elena Faggi, costretta oltretutto in un look imbarazzante.

GLI ASCOLTI Amadeus non supera se stesso. L’ascolto della prima parte della serata d’esordio di Sanremo 2021 non ha eguagliato il record dello scorso anno. A seguirlo, infatti, sono stati 11.176.000 spettatori con il 46,4 per cento di share. L’anno scorso la prima parte della serata inaugurale di Sanremo 2020 era stata vista da 12.480.000 spettatori con il 51,2 per cento di share. Trend simile anche per la seconda parte che ha avuto 4 milioni 212mila spettatori con il 47.8 per cento di share. Nel 2020 davanti alla tv c’erano 5 milioni e 697mila persone con il 56.2 per cento. In media, la prima serata del Festival 2021 ha ottenuto 8 milioni e 363mila spettatori con il 46.6 per cento. Nel 2020 la media era stata del 52.2 per cento con 10 milioni e 58mila spettatori.