Approdano direttamente sul molo quando cala il buio. Sono barchini da dieci, quindici persone. La capitaneria spesso si limita alle operazioni di sbarco in banchina quando ormai sono sottocosta. A Lampedusa arrivano quasi ogni giorno. «Non è vero, come sostiene il ministro Salvini, che l’emergenza è stata superata. A Lampedusa gli arrivi sono continui», sostiene Totò Martello, sindaco delle isole Pelage. Due notti fa ne sono arrivati nove, circa 140 migranti. Sono giunti quasi uno dietro l’altro. Ieri una cinquantina di persone è stata imbarcata sul traghetto diretto a Porto Empedocle, nell’hotspot rimangono un centinaio di migranti, perlopiù sono tunisini. «Stiamo vivendo una situazione incredibile – accusa Martello -. Il messaggio che il governo dà attraverso i social è che la situazione è sotto controllo, invece la realtà è diversa».

IL SINDACO lamenta uno scollamento istituzionale: «Non abbiamo più rapporti. Ogni tanto la capitaneria mi avverte dell’imminenza di uno sbarco ma la gran parte delle volte questi barchini giungono in porto in maniera autonoma, non c’è alcun controllo». Un fenomeno probabilmente conseguenziale alla scelta del governo di chiudere i porti alle Ong, col rischio maggiore di naufragi. Proprio uno dei nove barchini, poi approdati a Lampedusa due giorni fa, avrebbe rifiutato i soccorsi della nave Aquarius decidendo, secondo fonti di Sos Méditerranée, di proseguire verso nord, in direzione dell’isola delle Pelage. La nave, che ha comunque fornito salvagenti e viveri, è rimasta a monitorare la situazione fino alla sua stabilizzazione.

IL BARCHINO, partito dalla Libia, si è poi fermato a qualche decina di miglia da Lampedusa, dopo avere finito il carburante ed è stato preso in carico da una motovedetta della capitaneria di Lampedusa. L’imbarcazione, con quindici migranti tra cui due bambini e alcune donne, sarebbe stata individuata dal Centro di coordinamento dei soccorsi di Tripoli, che però non sarebbe stato in grado di intercettarla. Procedendo a velocità sostenuta, il barchino è poi entrato in acque maltesi ma le autorità de La Valletta non hanno dichiarato l’evento Sar. Quindi ha proseguito verso l’Italia, rimanendo a secco a largo di Lampedusa.

L’AQUARIUS, intanto, che ha a bordo 141 migranti, resta in stand by, in attesa di risposte dalle autorità maltesi o italiane per l’approdo in un porto sicuro. Una situazione di stallo contro cui si scaglia il sindaco di Palermo, Orlando: «Il governo guidato dalla Lega si conferma sempre più motivo di vergogna, impegnato a fare la propria politica sulla pelle di donne e bambini». Per il sindaco «di fatto si istigano le marinerie a venire meno agli obblighi morali e legali di soccorso in mare e coloro che a questi obblighi si sottraggono vengono additati e criminalizzati».

GIÀ AI FERRI CORTI col Viminale proprio sulla chiusura dei porti e poi, fronte ancora aperto, sulla gestione dei rom, Orlando lancia la sua sfida: «Agli amici dell’Aquarius rivolgiamo l’invito a non fermarsi». E aggiunge: «Confermiamo la disponibilità di Palermo e delle sue strutture ad accogliere coloro che sono a bordo della nave. Palermo e la Sicilia non si sottraggono al proprio dovere e non tradiscono la propria storia».