Sono stati 30 anni persi si domandano oggi, venerdì, e domani a Napoli (al Maschio Angioino) i partecipanti al convegno “La prevenzione della devianza giovanile in Campania a 30 anni dalla Legge Eduardo: risultati e prospettive”. La magistratura nelle ultime inchieste racconta di “paranze di bambini” come nuove leve del crimine organizzato quindi è evidente che sono stati anni persi quelli trascorsi da quando Eduardo De Filippo, nominato senatore a vita, si impegnò per il recupero dei ragazzi dei carceri minorili di Napoli.

Nel 1982 al Senato raccontò la sua esperienza in uno di essi, l’Istituto Filangieri: «I ragazzi di 11, 12, 13 anni, che sono poi le vere vittime di una società carente come la nostra nei riguardi della gioventù, entrano nell’istituto in attesa di giudizio e vi restano spesso per anni e anni in quanto, o per la mole di lavoro o per l’asmatico meccanismo burocratico, i processi subiscono sempre lunghissimi ritardi e rinvii. Compiuti i 18 anni, poi, ancora in attesa di giudizio, i ragazzi vengono trasferiti nelle carceri di Poggioreale. Finalmente, celebrato il processo, mettiamo che l’imputato venga assolto, dove si presenta una volta messo in libertà?». E ancora: «I ragazzi mi dissero: “Non usciamo da qui con il cuore sereno perché se quando siamo fuori non troviamo lavoro né un minimo di fiducia per forza dobbiamo finire di nuovo in mezzo alla strada! La solita vita sbandata, gli stessi mezzi illeciti, illegali per mantenere la famiglia: scippi, furti, la rivoltella, la ribellione alla forza pubblica. Insomma siamo sempre punto e daccapo”».

Nel 1987 il grande drammaturgo ottenne finalmente il varo della legge regionale 41, chiamata “Legge Eduardo”, per «i ragazzi a rischio di emarginazione sociale e di devianza e ha come finalità l’inserimento sociale, la promozione formativa e la crescita della persona. La realizzazione di “Villaggi giovanili”, “Villaggi dell’artigianato”». Dal 2006 la legge non è stata più finanziata. «Il convegno – spiega Luca De Filippo – deve far capire come è evoluto il problema e come affrontarlo, per aiutare i ragazzi a uscire dalle sabbie mobili in cui sono risucchiati. Le cose da fare ci sono. Istituire borse di studio e borse lavoro per gli adolescenti a rischio, ma anche aprire con queste finalità strutture pubbliche, come ad esempio l’ex istituto Filangieri, con un progetto finanziato da fondi europei. Il sogno di Eduardo potrebbe prendere corpo proprio là, in questo luogo». L’ex convento delle Cappuccinelle, alle spalle di piazza Dante, è abbandonato da quando l’istituto minorile vene soppresso, oggi è parzialmente occupato da attivisti dei movimenti cittadini.

«Stileremo un dossier per il presidente Mattarella – aggiunge il direttore della Fondazione Eduardo De Filippo, Francesco Somma -. La Campania fu la prima regione a dotarsi di una legge sul tema ma, come spesso accade, realtà come l’Emilia Romagna e il Piemonte hanno fatto tesoro varando normative migliori. Noi in compenso l’abbiamo cancellata». Che la situazione sia grave lo spiega Francesco Cascini, capo dipartimento per la Giustizia minorile: «Sempre più spesso i giudici utilizzano la normativa sulla famiglia maltrattante per allontanare i minori. In origine si applicava solo agli abusi sessuali, poi è stata ampliata ai contesti familiari dove si abusa di droghe o i genitori sono affiliati ai clan. I minori possono essere affidati ai servizi sociali della Giustizia oppure ai servizi territoriali».
(il programma del convegno è consultabile al link http://www.comune.napoli.it/flex/cm/pages/ServeBLOB.php/L/IT/IDPagina/28277)