«Speravamo di aver finito di lottare 30 anni fa, ma siamo di nuovo qui e oggi faremo un corteo». Giuseppe è seduto intorno a un tavolo nel cuore del parco di Aguzzano, polmone verde tra i quartieri romani di Rebibbia, Ponte Mammolo e Casal de’ Pazzi. Negli anni ’80 qualcuno avrebbe voluto riempirlo di cemento per costruire degli edifici e una strada a scorrimento veloce. Abitanti e associazioni del territorio si ribellarono e riuscirono a strappare l’istituzione del parco regionale. Era il 1989. Molti di loro sono tornati a mobilitarsi in queste settimane, insieme a realtà giovani e combattive, per continuare a difenderlo.

TRA GLI ALBERI E I SENTIERI sorgono cinque casali storici. Uno è diroccato, un altro è un centro conferenze, Casale Alba 3 ospita la biblioteca comunale Fabrizio Giovenale e il centro di cultura ecologica, Casale Alba 2 è stato occupato dopo anni di abbandono e offre servizi e attività gratuite. Il quinto edificio era stata assegnato a una grossa cooperativa che non lo ha mai utilizzato, abbandonandolo definitivamente alcuni mesi fa. «A dicembre scorso abbiamo scoperto una delibera di giunta per metterlo a bando – continua Giuseppe – per attività private, anche a scopo di lucro, a tema “food” focalizzate sulla pizza. Una proposta sbagliata e irregolare». Il parco di Aguzzano è uno dei pochi ad avere un piano d’assetto che vincola gli usi dei suoi spazi. Tutti i casali sono destinati ad attività socio-culturali. Lo ribadiscono le numerose realtà associative, sportive e culturali che si sono riunite nel «Forum per la tutela del parco di Aguzzano». «La nostra proposta è che il casale diventi un polo collegato al Museo del Pleistocene – spiega Peppe, del comitato di quartiere «Mammut» – . Si tratta di una realtà importante che lavora insieme a scuole medie ed elementari e ha bisogno di spazi più ampi».

I TENTATIVI DI INTERLOCUZIONE con la giunta 5 Stelle, però, non hanno ottenuto risultati. «Non solo non ci hanno ascoltato – continua Peppe – ma dopo l’inizio della mobilitazione abbiamo iniziato a ricevere controlli dei vigili sia nel centro sociale di Casale Alba 2 che nelle abitazioni private di due attivisti. Una volta sono arrivati dieci vigili per identificare tutti i partecipanti di un corso di ballo». La giunta municipale non vuole cambiare idea. «L’unica soluzione perseguibile – afferma Roberta della Casa (5S), presidente del IV municipio – è una concessione per valorizzazione a un privato, in collaborazione con le istituzioni. L’aggiudicatario finanzierà a sue spese la ristrutturazione dell’edificio con finalità e servizi richiesti dal pubblico. Al territorio abbiamo offerto la possibilità di presentare iniziative che siano anche diverse dal “food”, ma necessariamente in capo a un soggetto che abbia la disponibilità economica per ristrutturare l’immobile».

SECONDO IL FORUM, però, l’ingresso dei privati è un grimaldello per alterare l’equilibrio del parco. «Vogliamo un vero processo partecipativo – dice Arturo, di Casale Alba 2 – e poniamo dei paletti. Il più importante è che non vengano svolte attività a scopo di lucro e si mantenga la destinazione socio-culturale prevista dal piano d’assetto». Le associazioni hanno anche denunciato una clausola che permetterebbe al privato di scorporare le spese per la ristrutturazione da quelle dell’affitto fino a 1 milione di euro. «Una cifra spropositata che non farebbe entrare un euro nelle casse municipali per molti anni». Oggi pomeriggio alle 15,30 partirà dalla stazione della metro Rebibbia un corteo «in difesa di Aguzzano, dei casali e dell’ambiente». Domani continua il percorso di tutela e partecipazione con una festa di primavera.