È stata la capogruppo dei 5 Stelle in regione, Valeria Ciarambino, a dare ieri una scossa alla campagna elettorale per le amministrative campane: «La mia terra è più importante delle mie ambizioni, è essenziale riuscire a parlare anche a quei cittadini che non si riconoscono nel movimento. C’è una persona più capace di me di parlare a tutti, Sergio Costa». La scelta del ministro dell’Ambiente come candidato governatore toglie i 5S dall’angolo dove si erano infilati.

L’assemblea del 2 febbraio a Napoli aveva sbattuto la porta in faccia a tutti i pontieri che stavano lavorando per costruire un percorso con i nuovi alleati di governo in vista delle amministrative. I consiglieri regionali, vicini a Luigi Di Maio, avevano messo spalle al muro la maggioranza dei parlamentari campani favorevoli al dialogo con il Pd. La folla accorsa si era persino rivoltata contro Roberto Fico, che però aveva insistito su Facebook: «Possiamo anche chiederci se sia possibile lanciare una proposta nel campo di altre forze politiche: mettiamo dei paletti, liste pulite, un candidato di alto livello».

Sabato scorso a Roma, alla manifestazione anti vitalizi, erano spuntati in piazza i cartelli «No alle alleanze», una mossa attribuita ai dimaiani. Domenica prossima a Napoli si vota per le elezioni suppletive, ancora Di Maio ha imposto ai pentastellati di correre da soli e Rousseau ha incoronato Luigi Napolitano, un candidato debole per gli stessi grillini rispetto a Sandro Ruotolo, supportato dal centrosinistra allargato a Dema (il movimento del sindaco Luigi de Magistris). Le elezioni in Calabria sono andate male e la navigazione del governo è turbolenta. Così ieri la bandiera dell’autonomia è stata ammainata in favore di Sergio Costa, che dialoga con i dem e piace a Leu.

Il segretario Pd di Napoli, Marco Sarracino, da mesi dà segnali di apertura avvertendo: «Se neppure si siederanno a parlare, i loro elettori capiranno chi si è assunto la responsabilità di dividere una possibile coalizione vincente». Ciarambino ha aperto passando la palla nell’altro campo. Ieri si è riunita la direzione regionale del Pd, un appuntamento che a Roma non avrebbero voluto, ma il governatore dem Vincenzo De Luca aveva fretta: il suo contribuito all’elezione di Ruotolo (che porterebbe un voto in più al Senato) e l’apertura ai 5S in cambio dell’impegno a partire dalla sua ricandidatura. In serata il segretario regionale, Leo Annunziata, ha confermato: «Abbiamo invito i 5 Stelle ad aprire un discorso programmatico con noi. Il Pd individua nel presidente uscente il futuro candidato alle regionali».

Ma per il Movimento è impossibile sedersi a discutere anche solo con l’ipotesi De Luca in campo, una mossa che farebbe esplodere i militanti. «Si parta dai temi e da un ventaglio di nomi civici tra cui sceglierne uno condiviso – è il ragionamento dei 5 Stelle -. Volevano lasciarci con il cerino in mano, con Costa lo restituiamo a loro». Si tratta comunque di un passo avanti che ha ricompattato il Movimento (uniche voci fuori dal coro i consiglieri regionali Luigi Cirillo e Maria Muscarà). «Ciarambino ha dimostrato grande visione. Adesso sta a tutti gli interlocutori decidere tra passato o futuro», il commento di Luigi Di Maio. E Roberto Fico: «Ringrazio Ciarambino e condivido il suo appello a tutte le persone che vogliono attivarsi per un progetto comune con al centro Costa». Il Pd ieri ha ripetuto la formula «si parte da De Luca» ma tra Roma e Napoli si attende l’esito delle suppletive: la vittoria di Ruotolo obbligherebbe i 5S ad aprire, con i democrat nella condizione di imporre un civico della loro area. De Luca poi potrebbe incassare una nomina di peso, magari per il figlio deputato Piero.

Oggi pomeriggio Matteo Salvini sarà a Napoli, al Teatro Augusteo, per lanciare la lunga campagna elettorale che porterà, l’anno prossimo, alle comunali. Era atteso anche a Scampia, ma quest’appuntamento è stato annullato ieri sera. Il suo arrivo mobiliterà le piazze. Alle 17.30 a largo Berlinguer la manifestazione «Napoli non si lega». Alle 19.30 le Sardine saranno a piazza Dante. Ieri il portavoce Mattia Santori è stato a Scampia, dopo il flop del flash mob del 6 febbraio, per ascoltare le associazioni. «Quando si riuscirà a trovare un nome che metta insieme l’area progressista, non sarà un problema accettarla e, indirettamente, sostenerla», ha commentato. Non è un segreto, ad esempio, l’apprezzamento per Ruotolo. Nel quartiere il 14 e 15 marzo ci sarà l’assemblea nazionale. Stasera a piazza Dante arriveranno anche le Sardine Nere: a dicembre a Roma non avevano potuto parlare, c’è stato un chiarimento e oggi diranno la loro sulle modifiche ai decreti Sicurezza. Ci saranno padre Alex Zanotelli e rappresentati di vertenze come Whirlpool. «Lo stato deve al Sud più di 800 miliardi mai versati – spiega Bruno Martirani -. Prima di autonomia e federalismo bisogna far ritornare queste risorse ai territori».