Tutto e subito. Il Movimento 5 Stelle lascia le briciole al Pd nella composizione degli uffici di presidenza, ieri alla camera come mercoledì al senato. Insieme con la destra i grillini mettono da parte la promessa dei primi giorni – individuare figure di garanzia – e fanno pesare la forza dei numeri. La stessa maggioranza Berlusconi-Salvini-Di Maio che ha scelto le presidenze delle due camere conquista quindici posti su sedici sia nell’ufficio di presidenza di Montecitorio che in quello di palazzo Madama. Così i grillini possono passare all’azione. La delibera per spostare in avanti l’età pensionabile dei parlamentari e per tagliare retroattivamente i vitalizi degli ex sarà presentata subito dopo pasqua. «Con Fico presidente e Fraccaro questore anziano non c’è più scampo», ha detto Di Maio.

Riccardo Fraccaro non è stato solo confermato questore di Montecitorio, è diventato l’«anziano» in quanto più votato grazie a 47 voti extra rispetto a quelli del gruppo grillino. La Lega ha rinunciato a indicare un questore per fare spazio al candidato di Fratelli d’Italia, una sorta di ricompensa per il partito di Meloni che ha mancato l’elezione di Crosetto a vicepresidente proprio per l’impuntatura dei grillini di prendere anche quella casella. I leghisti hanno votato Cirielli, ma non tutti: perché al deputato di Fd’I mancano proprio 48 voti. La conferma di un accordo tra M5S e destra arriva dall’altro ramo del parlamento, dove è stato un senatore di Forza Italia (De Poli) a conquistare il posto di questore anziano grazie a una trentina di voti extra che non possono che essere arrivati dai 5 Stelle.

M5S né alla camera né al senato avrà una maggioranza autonoma in ufficio di presidenza: su sedici voti, sei al senato e sette alla camera. Ma al senato andranno presto aggiunti due posti per i segretari del gruppo misto e del gruppo delle autonomie che non sono stati eletti (tutti i gruppi devono essere rappresentati). Alla camera arriverà un segretario per il gruppo misto (e uno per il gruppo di LeU nel caso, a questo punto poco probabile, che l’ufficio di presidenza voglia concedere la deroga e autorizzare la costituzione malgrado manchino sei deputati al numero minimo di venti). Non sarà difficile però ai grillini imporre l’agenda, soprattutto a Montecitorio con Roberto Fico. E certo la Lega non vorrà restare indietro nella battaglia ai privilegi, veri o presunti, dei parlamentari.

Il movimento ha sistemato sia alla camera che al senato una vicepresidente (Spadoni e Taverna), un questore (Fraccaro e Bottici) e quattro segretari. Per il Pd solo la vicepresidenza della camera con Rosato e del senato con Rossomando. Nessun questore, da qui le ripetute proteste dei dem, anche del controllatissimo neo capogruppo Delrio.

I questori, ha spiegato lo stesso Di Maio, sono «quelli che tengono i cordoni della borsa». E allora sono due le misure che si possono intravedere dietro il generico annuncio grillino di «tagli», visto che – come tutti i deputati possono leggere sul manuale che gli è stato consegnato il primo giorno – i vitalizi sono già stati aboliti nel 2012. Ai parlamentari in carica non sarà più consentito di anticipare la pensione a 65 anni con una sola legislatura o a 60 anni con dieci anni di mandato. All’assegno degli ex parlamentari sarà applicato integralmente e subito il criterio contributivo, al posto di quello retributivo di qui beneficiano i più anziani o pro rata che riguarda chi ha cessato il mandato dopo il 2012. Nel complesso sono oltre duemila ex parlamentari che possono attendersi una sforbiciata fino al 40%. La decisione dell’ufficio di presidenza sarà certamente contestata dagli ex parlamentari, anche perché la Corte costituzionale ha stabilito che il sacrificio dei diritti acquisiti dev’essere temporaneo (contributi di solidarietà) oppure generalizzato. Come non è escluso che diventi, visto che l’applicazione retroattiva del sistema contributivo sperimentata sui parlamentari potrebbe essere estesa a tutti i dipendenti pubblici in pensione. È allora possibile che la decisione dell’ufficio di presidenza arrivi davanti ai giudici della Consulta. Ma non sarà immediato, stante la riserva di regolamentazione parlamentare. Nel frattempo i 5 Stelle avranno fatto un pezzo della nuova campagna elettorale. Dalle istituzioni