Truppe francesi, insieme a reparti dell’esercito maliano e ai militari della forza internazionale Minusma, missione sponsorizzata da Onu e Unione africana, hanno lanciato ieri un’operazione «su vasta scala» nel nord del Mali per «prevenire recrudescenze armate da parte dei movimenti terroristici ancora attivi nella regione». Lo rende noto il portavoce del contingente francese, colonnello Gilles Jaron, senza specificare i dettagli né stime sulla durata dell’operazione, battezzata Hydra. E il cui teatro corrisponde allo sterminato territorio saheliano noto come Niger Loop, confinante con l’ampia curva che il fiume Niger disegna tra le regioni di Timbuctu e Gao.

Il giorno precedente l’ennesimo attentato kamikaze aveva colpito un checkpoint della Minusma a Tessalit, uccidendo due civili maliani e due soldati del Chad. La rivendicazione è arrivata ieri ad opera di un gruppo jihadista che si è recentemente staccato da al Qaeda nel Maghreb islamico. Il loro leader, Sultan Ould Bady, ha detto che sono stati colpiti dei soldati chadiani perché «lavorano per la Francia». Ma non sembra questa, di per sé, la molla che ha fatto scattare un’operazione di così grande portata. Secondo il colonnello Jaron è la prima volta che in Mali forze militari così ingenti «lavorano insieme», con l’obiettivo di «mettere pressione ai jihadisti ed evitare che si riorganizzino». Alle manovre partecipano 600 soldati francesi, altrettanti soldati maliani e circa 300 uomini inquadrati nella forza Minusma. «Sappiamo che non tutti i gruppi armati jihadisti sono stati eliminati nel nord del Mali – ha aggiunto il portavoce delle truppe speciali francesi -. Operazioni di questo tipo quindi sono abbastanza abituali». Fatto sta che per la prima volta ne viene data notizia. Secondo il rappresentante speciale dell’Onu per la ragione, Bert Koenders, «i recenti attacchi hanno alzato il livello dell’allarme».

L’intervento militare da parte di Parigi, lanciato nel gennaio scorso, aveva scacciato i gruppi armati islamisti dai centri urbani del nord, ma questi si sono subito riposizionati nel deserto o nascosti tra le montagne delle regioni più remote, e da lì hanno continuato a lanciare attacchi sporadici. La Francia mantiene sul suolo maliano una forza composta da 3.200 uomini, ma spera di poter ridurre il loro numero a 1000 entro febbraio. Viceversa con il contingente multinazionale della Minusma (Missione di stabilizzazione delle Nazioni unite in Mali) il Consiglio di sicurezza dell’Onu contava di schierare 12 mila uomini. Ma sul terreno ne mancano ancora la metà, visto il braccino corto dimostrato dai paesi confinanti nel fornire truppe.

Il mese scorso Amnesty International aveva parlato di profonde divisioni all’interno delle forze armate maliane, denunciando purghe ai danni di soldati “dissidenti” che avevano portato le loro proteste nella capitale Bamako.