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Human Rights Watch: «In Libia le milizie commettono crimini di guerra»

Human Rights Watch: «In Libia le milizie commettono crimini di guerra»Scontri a Tobruk, Libia – Reuters

Libia Le stesse che hanno abbattuto Gheddafi

Pubblicato circa 10 anni faEdizione del 10 settembre 2014

La Libia è sempre più spaccata tra Tripolitania e Cirenaica, governo filo-islamisti di Tripoli ed esecutivo di Abdullah al-Thinni, al fianco del golpista Khalifa Haftar, asserragliati a Tobruk. E così l’ultima riunione del parlamento filo-Haftar si sarebbe tenuta addirittura su un traghetto greco a noleggio, nella baia di Tobruk, per motivi di sicurezza. Dopo il giuramento di al-Thinni, i militari vicini all’ex agente Cia, hanno promesso una nuova offensiva su Bengasi, in parte nelle mani dei gruppi jihadisti (Ansar al-Sharia che hanno proclamato l’Emirato di Bengasi). Il colonnello Mohammed Hegazi ha annunciato l’uccisione di 200 jihadisti in Cirenaica. Massicci raid aerei (da fonti Usa, sostenuti da Emirati arabi ed Egitto) avevano colpito gli aeroporti di Bengasi.

Tenuta in pugno dalle milizie Scudo, che controllano il parlamento di Tripoli ma continuano a dissociarsi dalla battaglia di Ansar al-Sharia, i responsabili dell’attacco del settembre 2012 al Consolato Usa; e difendono invece la legittimità degli islamisti moderati , in maggioranza nel parlamento di Tripoli. Ma a far precipitare il paese nell’anarchia sono, come sempre, le oltre 1700 milizie che operano indisturbate. Per Human Rights Watch, le milizie libiche che combattono per il controllo di Tripoli si sono macchiate di crimini di guerra, attacchi ai civili, preso in ostaggio persone, dato alle fiamme case.

«Le guide combattenti di islamisti ed esercito devono cessare gli abusi per non rischiare di essere i primi a subire procedimenti penali internazionali» ha detto Sarah Leah Whitson, responsabile per il Medio Oriente di Hrw: i jihadisti hanno commesso violazioni contro giornalisti, ufficiali governativi e civili sospettati di sostenere le milizie di Zintan e l’operazione Dignità di Haftar. Deportando gli abitanti del villaggio di Tawergha (40 mila persone). Inoltre, per l’Unità di crisi di Zintan, le case di almeno 80 famiglie schierate con Haftar sono state «attaccate e saccheggiate» e 80 persone sono state rapite o sono sparite nel nulla. Ma anche i Zintani, vicini ad Haftar, non sono stati da meno.

Per Hrw anche loro hanno deportato migliaia di persone e fatto arresti sommari: spariti nel nulla l’attivista Abdelmoez Banoon e Suliman Zubi, presi dai Barq al-Nasr, milizia vicina ai Zintani.

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