Howard Hughes: miliardario, genio, pazzo – un magnate che ha rifatto l’industria dell’aviazione, inventore, aviatore, regista e produttore cinematografico indipendente. Per spiegarlo al giorno d’oggi bisognerebbe mescolare Steve Jobs, Francis Ford Coppola e Syd Barrett. Un uomo di fama internazionale, anche per le sue storie con le donne più famose dell’epoca, che con il passare degli anni si ritira dai riflettori. Una figura circondata da leggende, che diventa lui stesso una leggenda misteriosa. Ted Morgan lo definisce come un uomo che non pensa solo di essere Napoleone, ma che assolda un esercito per provarlo. Leonardo diCaprio, Tommy Lee Jones e Jason Robards hanno tentato di catturare questo carattere complesso. Esiste anche un personaggio a lui ispirato in 007: Una cascata di diamanti con Sean Connery. Warren Beatty è solo l’ultimo ad affrontare l’enigma nascosto dentro al puzzle. In L’eccezione alla regola, Beatty arriva nei panni di Hughes dopo trenta minuti. All’inizio abbiamo Marla (Lily Collins) e Frank (Alden Ehrenreich), lei attrice, lui autista: entrambi lavorano per Hughes e entrano pian piano nella sua cerchia più intima. Il Hughes di Beatty è un po’ assurdo, e viene il dubbio che Beatty ne sia conscio. C’è uno scintillio nei suoi occhi, quasi come se l’ottantenne Beatty vedesse l’assurdità del suo ruolo di quarantenne. Frank e Marla sono i veri protagonisti; Hughes invece è il sottofondo parlante – gli anni 50 in carne ed ossa. E’ sempre meglio guardare i giganti dal punto di vista dei piccoli. L’Aviatore di Scorsese è rovinato dal fatto che il regista lo mette al centro. La sua traiettoria – da giovane miliardario con problemi psicologici a vecchio miliardario con problemi psicologici – è troppo piatta. Il grandissimo e rimpianto Jonathan Demme diede la sua versione di Hughes in Melvin e Howard nel 1980. In Italia il titolo era il solito riassunto: Una volta ho incontrato un miliardario. Melvin (Paul Le Mat) trova ed aiuta un vecchio (Robards) che ha avuto un incidente in moto nel deserto. Parlano e nasce un’amicizia. Solo alla fine della loro conversazione Melvin scopre che il vecchio è Howard Hughes e soltanto più tardi, quando Hughes muore, gli arriva notizia del testamento che lo nomina suo erede. Forse è vero, probabilmente no, ma Demme – a differenza di Beatty e Scorsese – non è così affascinato da Hughes. E’ il povero con sogni ispirati dalla ricchezza il vero protagonista. Il film va rivisto per ricordare il trapasso di un grandissimo regista, ma anche per il messaggio molto attuale.