Per il secondo giorno consecutivo, l’aeroporto internazionale di Hong Kong è stato chiuso dalla protesta dei manifestanti. E nella notte la polizia è intervenuta per porre fine al sit-in, dando luogo a scontri e pestaggi. Nella giornata di ieri la situazione non è parsa dunque tornare verso una tregua: i due campi, chi protesta e il governo (e Pechino) rimangono molto distanti.

Difficile dire quale proposta di mediazione politica sia al momento possibile, mentre dalla Cina arrivano rumors di malumori all’interno del partito comunista che potrebbero anche portare a decisioni avventate. Di sicuro non ha giovato all’atmosfera della città l’intervento di Carrie Lam, la governatrice dell’ex colonia, principale responsabile di quanto sta accadendo, grazie alla sua scellerata proposta di legge sull’estradizione in Cina.

Per Lam, «gli eventi della scorsa settimana hanno cambiato la società di Hong Kong, che è diventata pericolosa e instabile».