Un altro week end di battaglia tra polizia e manifestanti, quasi a sancire che la politica sta sparendo sempre più dall’ex colonia, trasformando tutto quanto è accaduto fino ad oggi in una mera questione di ordine pubblico. E di fronte a questa discesa in un territorio pericoloso, pesa – naturalmente – la pazienza che la Cina deciderà di mostrare al mondo e ai manifestanti.

Lo scontro – con numerosi arresti – che ha tenuto banco tra domenica sera e ieri mattina si è svolto nel campus della Polytechnic University, dove da giorni gli studenti e i manifestanti si erano sistemati. Molti di loro sono stati arrestati, dopo che la polizia ha fatto irruzione e dopo una vera e propria battaglia tra lacrimogeni, dardi, frecce e molotov.

Intanto, una buona notizia per i manifestanti: l’Alta Corte di Hong Kong ha dichiarato incostituzionale il divieto di usare le maschere durante le proteste, introdotto dalla governatrice di Hong Kong Carrie Lam all’inizio di ottobre per controllare le proteste iniziate lo scorso giugno. Secondo l’Alta Corte di Hong Kong il divieto di coprire i volti è eccessivo e «incompatibile con la Legge fondamentale», la mini-costituzione di Hong Kong. «La legge di emergenza era incostituzionale poiché le restrizioni che impone ai diritti fondamentali delle persone sono più di quanto sia necessario», ha affermato la corte, come riportato da Agenzia Nova.

«Riteniamo chiaro che la misura adottata supera ciò che è ragionevolmente necessario per raggiungere l’obiettivo delle forze dell’ordine, delle indagini e dei procedimenti giudiziari contro i manifestanti violenti anche nelle circostanze turbolente di Hong Kong» hanno affermato i giudici Godfrey Lam e Anderson Chow, secondo quanto riportato dall’emittente pubblica Rthk.

In questa situazione sembrano inoltre a rischio le elezioni distretturali che dovrebbero tenersi domenica 24 novembre. Stando alle ultime indiscrezioni della stampa di Hong Kong vista l’attuale situazione della città sembra improbabile che si possano svolgere le consultazioni elettorali.

E insieme a questa possibilità, c’è invece l’emergere di un dato economico che si somma a quello che già attesta l’ex colonia in piena recessione economica; ieri il Dipartimento di censimento e statistica di Hong Kong ha pubblicato i numeri in relazione alla forza lavoro, secondo i quali la disoccupazione del periodo agosto-ottobre è salito al 3,1 per cento. Nonostante il tasso di disoccupazione destagionalizzato della città rimanga al 2,9 per cento nel periodo da luglio a settembre, la forza del settore occupazionale della città sta diminuendo poiché le proteste che si protraggono da cinque mesi hanno sconvolto l’economia della città.

Anche il tasso di sottoccupazione – secondo quanto riportato dall’istituto – è aumentato dall’un per cento nel periodo luglio-settembre 2019 all’1,2 di agosto-ottobre, hanno mostrato le statistiche.