Si chiamava Margarita Murillo, aveva 56 anni, era una nota dirigente contadina, ed è stata uccisa a fine agosto nelle campagne dell’Honduras. Faceva parte della Direzione nazionale della Resistenza honduregna ed era anche fondatrice del partito Libertà e Rifondazione (Libre), il principale partito di opposizione, che rappresenta le forze di sinistra.

In questi giorni, numerose organizzazioni contadine, associazioni per i diritti umani e gruppi di donne hanno chiesto al governo di Orlando Hernández, del Partido nacional (Pn), di far luce sull’omicidio e metter fine alla mattanza contro i dirigenti contadini in lotta contro il latifondo.
Su richiesta della relatrice speciale Onu, Alda Facio, venuta a presentare un rapporto sulla discriminazione di genere, il parlamento honduregno ha osservato un minuto di silenzio. Da cinque mesi, le organizzazioni contadine hanno presentato un disegno di legge per la Riforma agraria integrale, ma la commissione Agricoltura non accenna a discuterne.
Il deputato Rafael Alegria ha ricordato i numeri della guerra sporca condotta contro i contadini dalle guardie armate del latifondo con la complicità della classe politica di governo e dei tribunali: circa 200 contadini assassinati, altri 700 arrestati o inquisiti per aver reclamato un pezzo di terra.

La zona del Bajo Aguan, una valle di 200 mila ettari che si trova nei dipartimenti di Colon e Yoro, è uno dei teatri principali dei conflitti per la terra tra le imprese dell’agroindustria e le organizzazioni contadine. A fine maggio, polizia ed esercito hanno espulso in modo violento circa 350 famiglie che avevano occupato le terre.

Da anni, la Commissione interamericana per i diritti umani i manifesta senza esito al governo la propria preoccupazione. La possibilità di una riforma agraria, unitamente all’intenzione di aggregarsi al campo dei governi progressisti latinoamericani sono peraltro stati all’origine del golpe contro il presidente Manuel Zelaya, nel 2009. Alle presidenziali dello scorso novembre, Libre ha messo insieme un ampio cartello di sinistra e presentato la moglie di Zelaya, Xiomara Castro, ma non ce l’ha fatta, e ha denunciato brogli e aggressioni.

Murillo era nel mirino da tempo. Il 26 luglio, i militari le hanno sequestrato il figlio e di lui non si hanno notizie. Il marito è stato ferito a una gamba dai proiettili durante una protesta. Lei è stata ammazzata da un gruppo di incappucciati nei pressi del villaggio di El Planon.