Hollande ha cercato di restaurare la funzione presidenziale, ammaccata in questa ripresa autunnale, in una conferenza stampa, la quarta dall’inizio del suo mandato all’Eliseo. A cominciare dall’Europa e dalla politica estera. Di fronte a una comunità internazionale “rimasta inerte”, la Francia ha già inviato nei cieli dell’Iraq degli aerei per operazioni di riconoscimento: “quando saranno stati identificati i bersagli”, l’aviazione passerà all’azione. “In tempi brevi”, ha precisato Hollande. Non ci sarà pero’ ”intervento a terra”. Ma La Francia “non andrà al di là” del sostegno aereo all’Iraq, che ha chiesto l’intervento. In Siria, anche se gli Usa faranno diversamente, la Francia non interverrà, a parte il sostegno “all’opposizione democratica”. Non ci saranno cioè attacchi in Siria contro Daech, perché potrebbero trasformarsi in un’azione favorevole al “dittatore” Assad. C’è “legalità internazionale” per l’intervento in Iraq, mentre non c’è in Siria per il presidente francese.

Sull’Unione europea, Hollande ha fatto un po’ di chiarezza sulla confusione del vertice sull’occupazione, che avrebbe già dovuto tenersi a Torino l’11 luglio scorso, poi rimandato all’8 ottobre appuntamento due giorni fa non confermato dal governo Renzi. Hollande ha detto che la riunione ci sarà il 24 ottobre, cioè a ridosso del Consiglio europeo a Bruxelles. “Una crescita zero, un orizzonte zero non puo’ essere una prospettiva” per l’Unione europea, dove è in corso un processo di “destrutturazione”, ha descritto con estremo pessimismo il presidente francese. Oggi Moody’s dovrebbe abbassare il rating della Francia. Cosi’ Hollande riprende il discorso del “riorientamento dell’Europa” e afferma: “non siamo soli”, pensando all’Italia. Alla Germania dice: la Francia non chiede un “trattamento a parte”, abbiamo previsto 50 miliardi di economie, ma non faremo di più, “perché significherebbe mettere in causa la crescita” già estremamente debole. La Germania “non ci chieda di fare in cinque anni cio’ che i tedeschi hanno realizzato in dieci, in un clima politico diverso e senza vincoli di deficit”. Un riferimento alle riforme Schroeder, attuate in un periodo più lungo e in un momento più favorevole. Adesso, la priorità è ritrovare la competitività, senza spaccare tutto, preservando il “modello francese”. Hollande ha anche evocato un’Europa a “più velocità”, con “la coppia Francia-Germania” in sintonia (da ritrovare), soprattutto nel campo della transizione energetica. Hollande ha difeso la sua politica, che ha evitato strappi troppo dolorosi, ma ha confermato la svolta a favore del sostegno alle imprese. L’obiettivo di riduzione del deficit al 3% resta rimandato al 2017: “non credo che in un paese come la Francia, e anche per altri, si possa contemporaneamente ristabilire la competitività e ridurre i deficit”. E la priorità è rilanciare l’economia per far diminuire la disoccupazione: cioè Parigi si appresta a chiedere a Bruxelles un tempo supplementare. Non ci saranno nuovi aumenti di tasse, ha promesso.

Oggi Hollande riceve il presidente palestinese Abbas. Su Gaza, la Francia è stata accusata di aver giustificato la reazione israeliana e Hollande, in particolare, di non aver avuto parole di commozione per le vittime palestinesi. Ma Hollande pensa alla Francia e quello che soprattutto non vuole è importare il conflitto sul territorio nazionale, dopo le manifestazioni di quest’estate e gli scontri di fronte alle sinagoghe. Sempre in politica estera, il presidente ha confermato che la consegna dei Mistral alla Russia è sospesa, ma che il contratto delle navi da guerra verrà rispettato se se verrà avviato un processo di pacificazione. “Abbiamo fallito” nel tentativo franco-tedesco di mediazione, ha ammesso, ma l’iniziativa continua. Intervento francese anche per Ebola, con un ospedale militare che verrà aperto nei prossimo giorni in Guinea Equatoriale.

La conferenza stampa doveva servire per ristabilire l’autorità presidenziale e far dimenticare il libro al veleno dell’ex compagna Trierweiler, i sondaggi di gradimento al 13%, lo scandalo del sottosegretario che non paga le tasse e la destabilizzazione che ha portato l’opposizione ad evocare elezioni anticipate e persino le dimissioni del presidente: “ci sono e resto fino alla fine”, ha risposto Hollande.