Il parlamento italiano discute intensamente di Silvio Berlusconi condannato in via definitiva per reato infamante, ma non della questione siriana, del duro contrasto fra Stati uniti e Russia e del negoziato finalmente intervenuto fra i due paesi.

La politica estera europea è inesistente ed è difficile da costruire. La problematica è affrontata in molti articoli pubblicati su Le Monde di venerdì scorso. Primo articolo, di David Revault d’Allonnes e Thomas Wieder. Titolo a tutta pagina: Syrie: Hollande dans le pas de Mitterrand. Contenuto dell’articolo, in estrema sintesi: quando sono all’opposizione i socialisti francesi criticano, dicono peste e corna del presidenzialismo istituito da Charles de Gaulle nel 1958, ma quando sono al potere lo utilizzano, vi si acconciano.

In campagna presidenziale, Hollande ha detto che, se eletto, avrebbe rivalorizzato il parlamento, in V Repubblica declassato, ma da presidente se n’è ben guardato. Hollande presidente non credibile, presidente zig-zag.

Non è che i gollisti siano meglio, sono peggio; il che significa che la tradizionale classe politica francese è in disfacimento, con grande vantaggio del Front National di Marine Le Pen che in Francia cresce e attrae la destra dell’Ump (Union pour un mouvement populaire).

Il presidente della Repubblica francese – in sostanza un monarca (in Italia molti vogliono sia reintrodotta la monarchia) – avrebbe potuto decidere di bombardare la Siria a suo arbitrio e piacimento. Obama e la Merkel glielo hanno impedito. Sulla questione Siria il vero falco è Hollande, non Obama. La Germania, fortunatamente pacifista, sta svolgendo un’azione di contenimento e di freno, ma il maggior merito per l’iniziativa di pace ovviamente spetta a papa Francesco.

Tutt’altro che leader, l’indeciso Hollande è guidato, procede a tentoni (David Revault d’Allonnes e Thomas Wieder, «Le président est renard plutôt que lion», Le Monde 13.9.2013). «Volpe più che leone». Manca di autorità, tergiversa, scodinzola, sguscia, non è in grado di trancher (termine caro alla tradizione bonapartista-gollista), di “fare un taglio netto”, assumendosene tutte le reponsabilità.

Occorre prendere sul serio l’iniziativa russa di distruzione delle armi chimiche siriane, scrive Andre Kortunov («Prenons au sérieux l’initiative du Kremlin», Le Monde 13.9.2013). Teniamo ben ferma in mente la lezione che ci viene dall’Iraq (dall’invasione dell’Iraq) e dai bombardamenti sulla Libia (in quel tempo operava il falco Nicolas Sarkozy). Rimettiamo al centro del discorso il Consiglio di sicurezza dell’Onu, l’unico organo abilitato a decidere in materia, non dilatiamo le deliberazioni del Consiglio di Sicurezza, come è avvenuto nel caso Libia (la risoluzione del Consiglio di Sicurezza è stata allora violata, non applicata). Occorre tenere sotto controllo gli estremisti «di ogni specie»(gli estrémistes de tous bords). Gli Stati democratici, se democratici, devono essere impegnati per contrastare ogni tensione capace di portare ad una nuova guerra fredda.