Hollande ha paura della sua ombra. Impopolare, impantanato in una storia privata che l’ha ridicolizzato, avendo fallito a fermare la disoccupazione, di fronte alle ultime manifestazioni della Francia ultra-conservatrice e reazionaria, domenica a Parigi e Lione, ha deciso di rimandare a tempi migliori – al 2015 ma più probabilmente alle calende greche – la legge sulla famiglia, che, in un primo tempo prevista nel marzo 2013, avrebbe dovuto essere discussa ad aprile.

Una legge che semplicemente rispondeva alla necessità di modernizzare il diritto di fronte alla diversità dei modelli famigliari, delle riforme minime per rendere più facile la vita alle famiglie ricomposte, per introdurre la mediazione sistematica in caso di divorzio ed evitare tensioni, per permettere ai bambini adottati di avere informazioni sui genitori naturali ecc. Il governo ha goffamente giustificato la decisione adducendo la scusa di un «calendario parlamentare già denso» e la necessità di «proseguire» i lavori preparatori. Gli organizzatori della «Manif per tutti» hanno facilmente potuto cantare «vittoria» ieri. Nei fatti, il governo cede ai fantasmi del Tea Party alla francese, costruitosi attorno all’opposizione al matrimonio omosessuale l’anno scorso. L’intesa tra reazionari di ogni provenienza, dagli ultrà cattolici ai musulmani tradizionalisti, fino ai movimenti di estrema destra ostentatamente antisemiti, uniti alla protesta anti-tasse hanno diffuso false informazioni: migliaia di persone sono scese in piazza per protestare contro un supposto insegnamento di un’inesistente «teoria di genere» nelle materne e elementari, contro un’improbabile «fobia della famiglia» dei socialisti e le facilitazione al ricorso all’aborto appena votata. E contro una novità che era da tempo stata scartata: l’estensione alle coppie di donne del diritto a ricorrere alla procreazione medicalmente assistita e la legalizzazione dell’utero in affitto per le coppie di uomini, ricorso fuori legge in Francia anche per le coppie etero.

Hollande ha avuto paura che dei deputati verdi o del Ps, partito diviso su questo, presentassero un emendamento a favore della fecondazione in vitro per le omosessuali, già esclusa per evitare polemiche nella legge che ha legalizzato il matrimonio gay. Hollande, che non ha mai ceduto alle manifestazioni dei suoi elettori delusi – sull’estensione delle libertà, sull’occupazione, sulla fine del rigore in Europa – cede ora alla destra reazionaria, che rifiuta la parità dei diritti per tutti. Certo, la discussione della legge sulla famiglia capitava male, tra le municipali di marzo e le europee di maggio, che minacciano sconfitta per il Ps. In Francia, la pillola e l’interruzione volontaria della gravidanza sono state approvate sotto la destra. Una destra classica oggi ben imbarazzata dall’irruzione del movimento del Tea Party alla francese, ma tentata per ragioni elettoralistiche di correre dietro queste derive. La sinistra ha paura, ha la mano che trema anche solo per difendere uno dei suoi capisaldi: l’eguaglianza dei diritti.