Famiglia, politica, un pizzico di misticismo e tante riflessioni sul (confuso) presente. Prende il via stasera su Sky Atlantic in prima visione esclusiva dalle 21.15, la prima stagione di Here and Now, forse la produzione più ambiziosa delle ultime stagioni targata Hbo. Ideata da Alan Ball – che ha vinto l’Oscar per la sceneggiatura di American Beauty e scritto serie cult come Six Feet Under e True Blood, è il racconto in dieci episodi di una famiglia di Portland, i Bayern Boatwirghts, che ha fatto del pensiero liberal il suo fondamento.

A guidarla sono Greg (Tim Robbins) e Audrey (Holly Hunter); lui insegna filosofia, lei è attivista per i diritti civili e si occupa di risolvere i conflitti in un liceo, tanto fedeli ai propri principi come dimostra anche la decisione di adottare tre dei quattro figli: accanto all’unica figlia biologica Kristine (Sosie Bacon) ecco Duc (Raymond Lee), ora quotato architetto che arriva dal Vietnam, mentre dalla Liberia c’è Ashley (Jerrika Hinton) , che guida un e-commerce di moda) e dalla Colombia Ramon (Daniel Zovatto), disegnatore di videogiochi e gay dichiarato.

Ma quella che sembra una famiglia perfetta, unita e progressista, si sgretola molto rapidamente: Greg va in crisi esistenziale all’alba dei 60 anni, «Trent’anni fa – dice Greg – la verità era ancora la verità. Ora non siamo più quella cosa il mondo si è capovolto. Ed è stato capovolto da persone intelligenti come noi…», mentre Ramon inizia ad avere strane visioni: misticismo o una malattia assai simile alla schizofrenia?

Negli anni del Trumpismo dilagante della società americana, ogni certezza viene quindi spazzata via. Così Ball e gli sceneggiatori introducono nel corso degli episodi elementi per illustrare contraddizioni, personali e politiche, attraverso le dinamiche familiari: una scena fuori un consultorio femminile per parlare della condizione femminile, gli scontri tra studenti intorno a un gruppo che inneggia alla «supremazia bianca» servono per raccontare il clima razzista che si respira in molte città americane. «Ho provato – spiega Alan Ball – a creare una famiglia attraverso la quale noi potevamo guardare all’America contemporanea, affrontando nella trama una serie di questioni che ci riguardano direttamente».