Il prossimo trenta ottobre, al Raindance Film Festival di Londra, sarà proiettato in anteprima europea, Uchu no ho: Elohim-hen Laws of the Universe: Elohim Chapter), un lungometraggio animato giapponese da poco uscito nelle sale dell’arcipelago. La notizia, rilanciata sui social network anche dalla Japan Society del Regno Unito, che si è subito scusata cancellando il tweet, ha destato però sorpresa e stupore, in quanto si tratta di un’animazione di propaganda «religiosa» prodotta dalla setta Kofuku no kagaku (Happy Science).

IL FILM è il secondo capitolo di una trilogia dedicata alle «leggi dell’universo», il primo lungometraggio uscì nel 2018 ed un terzo dovrebbe uscire nei prossimi anni, e la setta non è certo nuova a progetti del genere. Già nel 1994 uscì infatti The Terrifying Revelations of Nostradamus, il primo lungometraggio animato ispirato dalle idee del fondatore di Happy Science, Ryuho Okawa, idee che sono alla base di tutti i film finanziati dalla setta, che al momento dovrebbero essere una decina, compreso quest’ultimo. Il gruppo, che ha sedi quasi in tutto il mondo, negli ultimi mesi si è fatto notare in quanto il suo fondatore aveva promesso di far guarire dal Covid19 con un vaccino spirituale, e elemento ancora più sinistro, aveva dichiaratamente espresso il suo supporto verso Trump e QAnon, organizzando anche delle marce di sostegno. Happy Science ha un apparato mediatico sofisticato, canali Youtube che si spacciano per «canali di notizie» e account sui tutti i social network che, come le destre americane a cui parzialmente si ispira, fonda il suo successo inondando i suoi proseliti con cumuli di disinformazione, ma anche una casa editrice, una pseudo università e, appunto, una casa di produzione cinematografica. Come hanno fatto notare alcuni esperti di nuove religioni, politica e religione sono fortemente connessi in Happy Science, «le parole del leader sono un ordine divino e l’attività sui social network è un lavoro missionario».

LA PARTECIPAZIONE al Raindance Film Festival è solo la punta dell’iceberg e niente di nuovo, dopo tutto. Il primo film della trilogia fu presentato nel 2016 ad una manifestazione cinematografica a Los Angeles e la pubblicità per questo secondo capitolo si può trovare un po’ dappertutto qui in Giappone. Una pagina intera tutta a colori, l’ultima quella più in evidenza, del numero di questo mese della più popolare e prestigiosa rivista cinematografica nipponica, Kinema Junpo, è infatti proprio dedicata a The Laws of the Universe: Elohim Chapter, e i risultati, purtroppo, si vedono. Il lungometraggio è uscito lo scorso otto ottobre e nei primi tre giorni di permanenza nelle sale dell’arcipelago ha venduto circa 170 mila biglietti, con un introito di più di 200 milioni di yen, circa un milione e mezzo di euro, classificandosi al secondo posto fra i film più visti, dietro solo a Daniel Craig e No Time to Die. Anche nel 2009 quando uscì Buddha Seinen (The Rebirth of Buddha), nel primo fine settimana il film schizzò al secondo posto del botteghino, di solito però, per i film prodotti da Happy Science il successo si rivela una fiammata piuttosto breve, un paio di giorni e non di più. Questo perché sono i biglietti venduti a tutti i membri della setta, senza contare quelli regalati a parenti o amici, che probabilmente ingigantiscono l’afflusso nei cinema e i numeri del botteghino.
Riguardo al lungometraggio in sé, ci è bastato vedere in sala The Rebirth of Buddha più di un decennio fa, animazioni nella norma, per un prodotto scadente sotto tutti gli aspetti e che vuole prima di tutto fare propaganda ed esaltare le idee del fondatore della setta.

matteo.boscarol@gmail.com