Per questa 13a edizione Ebraica, festival internazionale di cultura ha scelto un doppio registro: dal 7 al 12 settembre sui social e dal 13 al 16 incontri live nel Palazzo della cultura a via del Portico d’Ottavia a Roma.

EVENTO CULMINE la presenza dello scrittore David Grossman che dialoga con Edoardo Camurri in un incontro dal titolo «La felicità secondo mia zia Zehava». Ma non è l’unico momento da segnalare. Ebraica propone infatti ben nove giorni di eventi tessuti da un titolo ironico e ambizioso: «Happy hands»: «Scegliamo un tema significativo della cultura ebraica e lo facciamo incontrare con tante altre declinazioni possibili – spiega Ariela Piattelli, curatrice dell’iniziativa insieme a Raffaella Spizzichino e Marco Panella – Il nostro titolo parla di felicità con un gioco di parole scelto quando non ci saremmo mai immaginati che lo sfiorarsi delle mani e il calore degli abbracci potesse diventare pericoloso».

DA QUESTA SFIDA, lo sforzo di dare tanti significati possibili al termine felicità. Ebraica prende così il testimone della Giornata europea della cultura ebraica – in programma domenica 6 settembre – di cui quest’anno proprio Roma è città capofila. Inizia lunedì con lo scrittore israeliano Eshkol Nevo che ragiona di felicità con Loretta Cavaricci a partire dal suo ultimo lavoro, Vocabolario dei desideri (Neri Pozza), per proseguire il giorno seguente con Assaf Inbari, Verso casa (Giuntina) che colloquia con Elisabetta Fiorito e ancora Chiara Gamberale che con Ayelet Gundar Goshen ragiona sul tema «La bugia della felicità», proprio lei che alla menzogna ha dedicato un romanzo stringente e struggente, Bugiarda (Giuntina).

«È STATA UNA VERA SFIDA – spiega Ruth Dureghello, presidente della Comunità ebraica di Roma -, si tratta di darsi la possibilità di continui approfondimenti. La cultura ebraica è ricca anche di riso e di felicità e questo programma ne dà conto». Così domenica 13 settembre per «la notte della Cabbalà» il Palazzo della Cultura in via Portico d’Ottavia si trasforma in un laboratorio a cielo aperto: alle 21 il rabbino Di Segni e Raffaele Morelli animano un «Dialogo sulla felicità», a seguire il cantautore Simone Cristicchi con il monologo «Felix. Alla ricerca della felicità», mentre in contemporanea le illustrazioni della street artist Pax Paloscia sono proiettate sui palazzi dell’antico quartiere ebraico. Apre i battenti anche la mostra fotografica Happy ends. Life without distancing in cui Ariel Nacamulli, Micol Piazza e David Polacco raccontano attraverso una serie di ritratti momenti di vita ebraica in un percorso fatto di abbracci e sorrisi da Roma e Gerusalemme, passando per Tel Aviv.

LUNEDÌ 14 la scrittrice siciliana Catena Fiorello e Maurizio Molinari, direttore di Repubblica dialogano sull’idea di felicità nei popoli del Mediterraneo. Ma si parla anche di disabilità con la partecipazione di Emiliano Malagoli, pilota di moto a cui a seguito di un grave incidente è stato amputato un arto e a cui è dedicato anche il documentario 50mila passi di Michelangelo Gratton. Conclude un omaggio a Franca Valeri. Per il programma completo www.ebraicafestival.com