È stata immediatamente sgombrata con cannoni ad acqua e manganellate la manifestazione di circa 8 mila antifascisti e antirazzisti che ieri all’alba ha tentato di cordonare il palazzo dei congressi di Hannover, in Bassa Sassonia, dove per due giorni – ieri e oggi – si riuniscono i 600 delegati del partito dell’estrema destra Alternative für Deutschland. Un manifestante che si era incatenato alle transenne, trascinato via a forza, è rimasto con una gamba spezzata.

I delegati si sono registrati con appena un’ora di ritardo per gli scontri. Entro oggi dovranno scegliere il nuovo timoniere, dopo le dimissioni della segretaria Frauke Petry all’indomani del successo elettorale del 24 settembre che ha terremotato la Germania.

E il nuovo leader sarà, se andranno in porto le trattative per la riedizione della Grosse Koalition tra Cdu e Spd, anche il capo dell’opposizione, forte del 12,6% che ha portato l’Afd a essere terza forza nel panorama federale con 92 deputati e rappresentanti in 14 dei 16 Länder.

Il motto della gioventù dell’Afd nel palacongressi di Hannover è: Heimat, Volk, Tradition ma il movimento è largamente spaccato tra una parte più «moderata» – per lo più di vertice – e una più «radicale», furiosamente xenofoba o dichiaratamente filo-nazista.

I candidati alla guida sono tre. Il favorito – per il quotidiano Tagespiegel – è il professore di economia Jörg Meuthen, già reggente dopo l’abbandono di Petry. Se la dovrà vedere con il segretario di Berlino, ex ufficiale di carriera Georg Pazderski, e con Alexander Gauland, sponsorizzato dall’ala più estrema.