Nel giorno dello sciopero nazionale del trasporto aereo, i presidi dei sindacati confederali e di base davanti agli aeroporti di Pisa e Firenze hanno riacceso i riflettori sull’agitazione, peraltro ormai permanente, degli addetti dei servizi di terra del Galilei e del Vespucci. Nel complesso 450 dipendenti diretti di Tah, senza considerare i circa 300 dell’indotto, che Toscana Aeroporti si appresta a cedere in questo mese di luglio al gruppo leader del settore Consulta, nonostante la contrarietà di Cgil Cisl Uil Ugl e Usb, e anche di una fetta consistente della politica locale.

Fra gli imbarazzi di un Pd diviso al suo interno fra la componente pisana e quella fiorentina. Con quest’ultima che insieme ai renziani di Italia Viva insiste sull’appoggio incondizionato alle strategie dell’azienda di gestione dei due scali, di proprietà della Corporación América Italia (di cui il fondo sovrano del Dubai ha il 25%) del magnate argentino Eduardo Eurnekian. Con Marco Carrai, amico e braccio destro di Renzi d’Arabia, sulla plancia di comando.

Nei giorni scorsi i vertici di Toscana Aeroporti hanno confermato la cessione dell’handling nonostante i paletti posti dall’Enac (Ente nazionale aviazione civile), che ha chiesto a Consulta di cedere parte delle proprie attività già in essere a Pisa e Firenze, e di costituire una nuova società ad hoc, non formalmente riconducibile alla stessa Consulta. Questo di fronte a una normativa nazionale che vieta le posizioni di monopolio all’interno degli handling aeroportuali.

Un’operazione complessa dunque, il cui bizantinismo di fondo ha dato nuovamente fiato a un’opposizione che sul fronte politico unisce 5 Stelle e Fratelli d’Italia in Regione Toscana, e l’intera sinistra di opposizione (Sinistra italiana, Rifondazione, Pap e liste di cittadinanza) a livello cittadino. “Per superare i rilievi di Enac sulla cessione a Consulta – osservano in proposito i consiglieri comunali pisani e fiorentini Francesco Auletta, Antonella Bundu e Dmitrij Palagi – si dovrebbe praticamente ripartire da zero, aprendo quindi scenari insensati e antieconomici, oltre che ipotecare ulteriormente il futuro delle centinaia di lavoratori coinvolti, già pesantemente danneggiati dagli effetti della pandemia nel settore del trasporto aereo”.

Quanto allo schieramento sindacale, la posizione dei confederali è chiara: “La vendita della società Tah da parte di Toscana Aeroporti è un atto che non condividiamo. Da subito abbiamo fatto sapere la nostra contrarietà, e non permetteremo a nessuno di voltarsi dall’altra parte. I lavoratori sono i soggetti danneggiati da una scelta sbagliata e non accettiamo che questa scelta li penalizzi, mettendo in discussione i loro diritti e la loro professionalità”.

“In un settore piegato dalla pandemia – rincara l’Usb che chiede una riforma generale del comparto – sono emerse ancora più evidenti le falle di un sistema basato sul massimo sfruttamento. C’è tutto un settore da ricostruire, dopo che è stato minato da licenziamenti, tagli, precarietà e perdita di diritti, portati avanti da ciniche società di capitali che hanno preso il posto lasciato dagli enti pubblici”.

In questo contesto, cui si aggiunge la presa di posizione unanime del consiglio comunale pisano in difesa dell’aeroporto intercontinentale Galilei, e contro l’insano progetto – ancora incredibilmente tenuto in vita – di un nuovo scalo intercontinentale a Firenze, l’unico cenno di vita della Regione guidata dal demrenziano Eugenio Giani è stato il momentaneo stop alla delibera che destina 10 milioni pubblici, a fondo perduto, a Toscana Aeroporti.