L’accordo per un cessate il fuoco con Israele sarà siglato entro ottobre: lo ha promesso ieri il leader di Hamas nella Striscia di Gaza, Yahya Sinwar.

Parlando ai giornalisti, Sinwar ha detto che il movimento islamista ha compiuto dei passi verso la fine dell’assedio israeliano che soffoca Gaza da oltre undici anni: c’è stato uno scambio indiretto (attraverso la mediazione dell’Egitto) di condizioni tra Hamas e il governo israeliano. Ci vorrà del tempo, ha aggiunto, ma un accordo finale sulla tregua dovrebbe arrivare entro un paio di mesi.

Secondo fonti interne, il cessate il fuoco dovrebbe portare all’apertura dei valichi verso l’esterno e uno scalo marittimo a Cipro, in cambio della fine della Grande Marcia del Ritorno e del lancio di palloncini incendiari verso Israele.

Non proprio, dunque, la fine dell’assedio: potrebbe attenuarsi la gravissima crisi umanitaria ed economica che devasta da anni la vita di due milioni di persone, ma i confini resterebbero tutti controllati da Israele.

Sinwar, però, ha detto qualcosa in più: le forze di sicurezza di Gaza ricadrebbero sotto un’«autorità nazionale legittima», ovvero un governo di unità nazionale. Che è quello che Hamas e Fatah promettono da anni e che sembravano aver raggiunto un anno fa con la firma dell’accordo di riconciliazione mai implementato.