Preannunciato da un tweet di Trump, Nikki Haley, ex governatrice del South Carolina, ha rassegnato le dimissioni come ambasciatrice degli Stati uniti all’Onu. Entreranno in vigore alla fine dell’anno, segnando l’ennesima defezione e la fuoriuscita di una delle poche donne presenti nel gabinetto del presidente.

«È stata una benedizione andare tutti i giorni alle Nazioni unite con l’armatura per difendere l’America», ha detto Haley ai giornalisti, seduta accanto a Trump nello Studio ovale, prima di dichiarare di non aver ancora deciso cosa farà dopo, ma che non correrà per le presidenziali del 2020 e continuerà a sostenere Trump.

Dal canto suo Trump ha detto di essere stato informato delle dimissioni da Haley circa sei mesi fa perché vuole prendere una pausa dopo due anni di carica con questa amministrazione, aggiungendo di sperare che l’ex ambasciatrice possa tornare in un ruolo diverso.

Ma secondo la Cnn, Trump sarebbe stato avrebbe informato da Haley solo la scorsa settimana. Non ne avrebbe parlato né con il segretario di Stato Mike Pompeo né con il consigliere per la sicurezza nazionale della Casa bianca, John Bolton.

La ragione del ritiro andrebbe ricercata nella perdita di importanza del ruolo di Haley: quando Rex Tillerson era segretario di Stato, Trump cercava spesso il consiglio dell’ambasciatrice, che veniva vista regolarmente nello Studio ovale. Ma con l’arrivo di Pompeo e Bolton, Haley ha visto diminuire il suo ruolo nell’amministrazione.

Nikki Haley, figlia di immigrati indiani, si era guadagnata l’attenzione internazionale per aver parlato contro la bandiera confederata, diventata simbolo della destra razzista americana, all’indomani del massacro in una chiesa nera di Charleston nel 2015. Durante la campagna presidenziale del 2016 era stata aspramente critica sulle posizioni di Trump in politica estera che avrebbero potuto compromettere la diplomazia americana.

Il mese scorso, in un editoriale sul Washington Post, Haley aveva ammesso i disaccordi politici con il presidente, ma criticava anche l’anonimo funzionario dell’amministrazione reo di aver scritto un editoriale per il New York Times dove si descriveva un’amministrazione caotica in cui molti degli assistenti del presidente non sono d’accordo con il capo.

«Non sono sempre d’accordo con il presidente – aveva scritto Haley – Ma quando c’è disaccordo, c’è un modo giusto e un modo sbagliato per affrontarlo. Io prendo il telefono e lo chiamo o lo incontro di persona».

Haley è stata del tutto organica a questa amministrazione, portando avanti e spingendo l’agenda dell’America First. Bisognerà ora rimpiazzarla: il presidente ha detto che fornirà un nome entro qualche settimana. Pare ci sia già una lista di papabili ma che non sia stata condivisa nemmeno con i principali funzionari della Casa bianca.

Tra i nomi ventilati ci sarebbero l’ex vice consigliere per la sicurezza nazionale di Trump, Dina Powell, l’ambasciatore Usa in Germania Richard Grenell e il consigliere senior nonché figlia del presidente, Ivanka Trump.

In conferenza stampa Haley si è complimentata con i membri della squadra di Trump, inclusi Jared Kushner e Ivanka: «Jared è un genio nascosto che nessuno comprende. Se siamo un paese migliore è perché è nell’amministrazione». In risposta Ivanka Trump ha twittato: «L’ambasciatore Haley ha servito l’America con dignità e distinzione: è un’audace riformatrice ed è stata una palese sostenitrice della verità, del realismo di principio e dell’integrità all’interno dell’Onu».