Il New Jersey si trova di fronte allo stato di New York e non è lo stato più popolare degli Stati uniti, soprattutto a causa del suo governatore, il repubblicano Chris Christie, ed è qui, nella contea di Passiac, che lavora e vive Domenick Stampone, sindaco di Haledon.

Stampone, italo americano, non fa mistero delle proprie idee di sinistra che spaziano sui due lati dell’oceano in quanto la sua conoscenza della politica italiana non è per niente superficiale, tanto che nella sua firma digitale compare la parola «antifa» (antifascista). Si è sempre esposto schierandosi dalla parte dei lavoratori di Walmart andando fisicamente dove manifestavano; è favorevole a una politica di controllo delle armi e fa parte dell’associazione dei sindaci (Mayor Against Illegal Gun) che si batte per una politica di gun control, schierandosi contro la potente lobby delle armi.

«Il New Jersey non è uno stato di destra – dice Stampone – in realtà è uno stato democratico, dopo questa recente elezione, i democratici controllano la grande maggioranza nella legislatura. Il nostro unico ostacolo, è il governatore».

In effetti il New Jersey ha abolito la pena di morte nel 2007 (e comunque non c’erano sentenze di quel tipo da tempo infinito), legalizzato l’uso medico della marijuana ed è stato uno tra i primi a riconoscere e celebrare i matrimoni tra persone dello stesso sesso.

Su Twitter il sindaco di Haledon è attivo come @DomStampone e commenta entrambe le piazze, quella italiana e quella americana.

«Il mio compito non è solo amministrare – afferma Stampone – è anche prendere delle posizioni. Essere liberal, come si dice in America, non è che un’etichetta. Come diceva Kennedy, se accogliere nuove idee, preoccuparsi per il benessere dei cittadini, della loro salute, la loro casa, le loro scuole, i loro diritti e le loro libertà civili, se questo è ciò che si intende per ’liberal’, allora io sono orgoglioso di dire che sono un ’liberal’».

Nelle sue campagne elettorali il sindaco non ha mai cambiato una virgola delle sue affermazioni e ciò non l’ha penalizzato visto che sono nove anni che occupa questo ruolo e almeno fino alla fine del 2018 continuerà la carica.

Questa posizione è in perfetta sintonia con la così detta new left americana alla quale appartengono anche il sindaco di New York, Bill De Blasio, la democratica texana Wendy Devis e il governatore del Vermont, ora in corsa per le presidenziali, Bernie Sanders.

Non si può parlare di corrente ma di posizioni più radicali da parte della sinistra americana uscita dalla terza via Clintoniana (intesa come quella di Clinton Bill, il marito), pragmatica ma non radicale, e il proclamarsi liberal o addirittura socialista (Sanders), il non far mistero del proprio passato filo sandinista, come nel caso di De Blasio, non allontanano l’elettorato.

La stessa cosa era successa nel 2008: le posizioni di Obama avevano portato alla presidenza un giovane avvocato nero che correva contro un veterano del Vietnam, bianco.

«Le persone che rappresento – dice Stampone – sono la classe media, la classe lavoratrice. In questi anni di recessione vedevo come molti non fossero in grado di affrontare nemmeno le spese di minima sussistenza, nonostante avessero più di un lavoro. Alla luce di ciò ha senso supportare una politica di minimo sindacale, e non solo per un senso di equità sociale ma anche pragmaticamente. A vivere con il salario sindacale minimo non sono i grandi risparmiatori ma persone che spendono, per definizione, fino all’ultimo soldo. In una società come la nostra, basata sul consumo, è fondamentale dare a questo soggetto sociale i mezzi per sopravvivere. Questi soggetti, mentre stanno mantenendo la propria famiglia, contemporaneamente mantengono l’economia del Paese. Sono le stesse persone che, se non possono sostenersi con il proprio lavoro, poi vengono da me per chiedere delle sovvenzioni e pagare l’affitto, le bollette, ma tutto ciò non ha senso. Chi ha un lavoro a tempo pieno deve poter vivere decorosamente, altrimenti dovrà chiedere un supporto economico allo stato. E che tipo di strategia economica è questa? Impoverire un’intera classe sociale per poi sovvenzionarla se non arriva a fine mese?».

Prima di diventare sindaco, Stampone, ha studiato giornalismo e legge, è un avvocato e questa conoscenza dei sistemi legali dall’interno ha collaborato alla sua formazione e all’approccio verso la gestione della comunità. Haledon infatti non è solo una città dove la classe lavoratrice è predominante, ma anche un centro urbano multi etnico con una percentuale di siriani di tutto rispetto.

«La comunità della quale io sono il sindaco – dice Stampone – è un riflesso non solo dello stato del New Jersey ma del Paese, proprio perché è un centro multietnico. Ad Haledon abbiamo un’alta percentuale di persone di lingua araba, un terzo della comunità è costituita da latinos di provenienza soprattutto domenicana, poi portoricani, sudamericani e caraibici. Tre dei miei assessori sono musulmani: un giordano, un egiziano ed una donna del Bangladesh. Questo è quello che siamo in quanto americani, una società variegata per definizione. Quando sento le dichiarazioni del nostro governatore o di Trump riguardo i rifugiati o i musulmani, so che son solo mosse politiche per catturare l’elettorato. Loro sono completamente disonesti: conoscono la verità, sanno qual’è la natura di questo paese. Hanno strumentalizzato gli attacchi di Parigi che se non fossero accaduti durante un annata elettorale sarebbero stati su i giornali per pochi giorni. Ora è una corsa frenetica a radicalizzare il centro. Il partito repubblicano, che è la destra americana, utilizza il panico e la paura, l’abbiamo visto anche con ebola, due anni fa, la soluzione era la stessa: chiudiamo i confini».

Il governatore Christie in quell’occasione aveva bloccato in quarantena un’infermiera proveniente dall’Africa atterrata in un’aeroporto del New Jersey: «Eppure lui sa che tutto questo è inutile; io e lui abbiamo studiato legge alla stessa università, siamo cresciuti nello stesso stato, io lo so che lui per primo non crede alle cose che dice, e forse questo è ancora peggio. Ora sta facendola stessa cosa con i rifugiati. È molto facile dire ’chiudi le frontiere’. Ma come si chiude una frontiera? Questo quando poi il problema in America è il terrorismo interno. Durante l’estate abbiamo avuto omicidi di massa a Charleston, sparatorie in Oregon e possiamo continuare a elencarli partendo da Oklahoma city, il primo caso di terrorismo interno americano, una ventina di anni fa. I problemi arrivano quando si ha una destra estremista radicalizzata e un estremismo religioso, di qualsiasi tipo di religione si tratti».