In seguito allo scandalo e alle accuse di sfruttamento della prostituzione piovute su alcuni importanti membri del suo staff, la sezione britannica dell’organizzazione benefica internazionale Oxfam non potrà svolgere attività a Haiti per un periodo di almeno due mesi, in attesa dei risultati dell’inchiesta condotta dalle autorità britanniche sui presunti abusi sessuali commessi negli anni successivi al terremoto del 2010. Lo ha annunciato ieri il governo haitiano per bocca del ministro Aviol Fleurant, che sovrintende alle attività delle organizzazioni internazionali di beneficenza.

Continuerà invece il lavoro delle altre tre sezioni di Oxfam presenti nel paese, Oxfam Spagna, Oxfam Quebec e Oxfam Italia. Anche se, fa notare la sezione italiana, «la sospensione temporanea di Oxfam GB avrà comunque un impatto significativo sulle operazioni». Complessivamente sono 248 gli operatori impegnati nell’assistenza di 750.000 persone ad Haiti, dove la ong è presente ormai da quarant’anni.

Oxfam GB da sola gestisce circa un terzo dei circa 13 milioni di euro che ogni anno costituiscono il budget haitiano della ong. Le cui attività  comprendono  progetti di sviluppo sul lungo termine, creazione di reti fogniarie e idriche,  cash-for-work e ricostruzione delle aree distrutte dall’uragano Matthew nel 2016.