È intorno a Sebha, capoluogo del Fezzan, al confine meridionale della Libia, che si è spostato l’epicentro della guerra civile libica. A metà gennaio il generale cirenaico Khalifa Belqasim Haftar ha lanciato la sua offensiva per espugnare la città che è anche il polo di arrivo di traffici e migranti da Agadez, in Niger. Il suo rivale, il premier di Tripoli Fayez Serraj, sta cercando in tutti i modi di bloccare le truppe di Haftar all’altezza della città di Ubari e quanto meno di riprendere il controllo dei pozzi petroliferi di Sharara, chiusi da tre mesi.

Per ottenere questo risultato Serraj ha di recente stretto un patto con il capo tuareg di una milizia locale, Ali Kunan, ex comandante dell’esercito del colonnello Gheddafi. E proprio lui, Kunan ieri ha dichiarato – riporta Agenzia Nova – che «i campi petroliferi di Sharara e di El Feel (Elephant) sono al sicuro e protetti da persone che sono in grado di garantirne l’incolumità». Parlando alla tv Libya al Ahrar ha affermato: «Ora la compagnia petrolifera National Oil Corporation (Noc) potrà rimuovere lo stato di forza maggiore dai siti se vuole».

I campi petroliferi di Sharara e Elephant sono i più grandi della Libia e sono gestiti dall’Eni che ne ha la concessione fino al 2042. L’export dei prodotti petroliferi, anche attraverso il gasdotto Greenstream dalla Libia all’Italia, deve però necessariamente passare attraverso le autorizzazioni della compagnia Noc con sede a Tripoli e relazioni con il governo di accordo nazionale (Gna) di Serraj, l’unico riconosciuto internazionalmente. La Noc ne gestisce i proventi, con un riparto contestato dalla Cirenaica.

La missione Onu in Libia (Unsmil) ha dato il suo consenso condizionato all’operazione militare di Haftar nel Fezzan «per lotta al terrorismo». L’Unsmil in un comunicato invita però tutte le parti ad assumersi le loro responsabilità riguardo la sicurezza dei cittadini e delle risorse del Paese.

La nota apparsa sul profilo Twitter Unsmil recita: «È necessario evitare di colpire gli obiettivi economici ed evitare di toccare i civili sotto qualsiasi scusa». L’Esercito nazionale libico al comando di Haftar continua a avanzare a sud di Sebha e nei giorni scorsi il suo portavoce Mismari aveva sbeffeggiato il governo Serraj indicandolo come «controllato dai terroristi (la Fratellanza musulmana, ndr)» e «non in grado di comandare nulla». (r.gon)