Ho incontrato De Oliveira una sola volta, a Venezia, una decina di anni fa; un breve colloquio, a farmi da interprete la mia compagna che con un buon portoghese traduce a De Oliveira l’amore e l’affetto che nutro per il suo cinema. Lui però le prende le mani interrompendola, le si avvicina e le chiede: «Ela é portuguêsa?».

 

 

Lei sorridendo dice di no e prosegue, ma poco dopo con maggior sicurezza Manoel afferma: «Ela é portuguêsa!», come se nel dubbio avesse deciso di assegnarle questo titolo di merito… Forse perché «Viviamo in un dubbio permanente; per il momento viviamo con i piedi per terra, mangiamo, gustiamo la vita…».