Disagi nei collegamenti da e per le isole maggiori, e in quelli verso il tacco dello stivale, mentre sono stati più contenuti i problemi nei due più importanti scali della penisola, Fiumicino e Malpensa. Le 24 ore di sciopero indetto dal personale navigante di Alitalia hanno provocato una riduzione dei voli di circa il 35%. Le quasi 200 cancellazioni, nonostante il piano straordinario adottato dalla compagnia aerea, hanno per forza di cose limitato l’operatività di Alitalia.
Solo per restare fra le mura di casa, in Sicilia dopo le tre cancellazioni di martedì sono stati soppressi 36 voli, nel dettaglio 21 voli in arrivo e partenza fra Catania e Roma, Milano, Bologna e Verona, e altri 15 fra Palermo e Roma e Milano. In Sardegna i voli cancellati sono stati 15, mentre in Puglia sono stati annullati 27 collegamenti da e verso Bari e Brindisi, con disagi fra i viaggiatori.
Più tranquilla la situazione nei principali aeroporti della penisola: sia a Fiumicino che a Malpensa le società che gestiscono gli scali hanno fatto sapere di non aver registrato problemi. Dal canto suo la compagnia aerea ha minimizzato gli effetti dello sciopero, indetto da piloti e assistenti di volo di Anpac, Anpav e Anp, cui si è aggiunto lo stop di quattro ore del personale navigante di Assovolo e Confael. “Nessun disagio oggi per i viaggiatori – ha reso noto la compagnia – in considerazione di una adesione agli scioperi inferiore al 5%. Tutte le attività operative si sono svolte regolarmente e con ottimi livelli di puntualità, grazie anche al piano straordinario messo a punto nei giorni scorsi”.
Ben diversa la sintesi della giornata fatta da Anpac, Anpav e Anp, riunite solo l’egida della Fnta, Federazione nazionale del trasporto aereo: “I collegamenti effettuati sono stati quasi esclusivamente quelli garantiti, pertanto la mobilità è stata assicurata per circa sei ore (su 24), come da normativa vigente”. Poi uno sguardo alla complicata situazione della ex compagnia di bandiera: “Ad una settimana dal closing considerato inderogabile dal ministro Patuanelli, non emerge alcun elemento rassicurante, e il dossier sta passando nelle mani del premier Conte. La tensione fra i dipendenti è molto elevata, la situazione attuale ricorda precedenti maldestri tentativi di rilancio con esiti devastanti sul versante del lavoro, con esuberi e peggioramenti contrattuali”.
Per questo piloti e assistenti di volo chiedono chiarezza: “Fnta ritiene che l’unica soluzione per il definitivo rilancio della compagnia debba essere basata su un piano industriale solido e di ampio respiro, predisposto da soci industriali e finanziari credibili e gestito da manager capaci e competenti del settore. Diciamo no a soluzioni basate su piani industriali deboli e di cortissimo respiro, che non garantirebbero il futuro rilancio di Alitalia, con ripercussioni negative per il lavoro”.