Il vicesegretario nazionale del Pd, Lorenzo Guerini, ieri pomeriggio è arrivato a Napoli per cercare di disinnescare la bomba primarie partenopee. Antonio Bassolino non ha intenzione di accettare il verdetto (che lo ha visto perdere contro Valeria Valente per 542 voti) così ieri alle 13 è andato di persona nella sede del partito provinciale per depositare il secondo ricorso, dopo la bocciatura del primo. «Con Bassolino c’è stato uno scambio di opinioni – ha spiegato Guerini -. E’ stato un incontro in cui ci siamo ascoltati, fa sempre bene parlarsi. Non gli ho chiesto di ritirare il ricorso, è un suo diritto da regolamento. La commissione di garanzia della coalizione lo esamini con molto rigore e attenzione».

Guerini ha incontrato l’ex governatore da solo in un albergo del corso Vittorio Emanuele: un’ora e mezza di colloquio, poi Bassolino è andato via senza fare commenti. La sua posizione non cambia, ma per adesso non romperà con il partito. Tutte le parti hanno accettato una tregua in attesa dell’esito del ricorso, il cui esame è stato fissato a domenica (ma potrebbe slittare a lunedì). Guerini ha proseguito il tour: in agenda gli incontri con il segretario provinciale e quello regionale, Marco Sarracino (arrivato terzo alle primarie di domenica) e Valente. L’attenzione della segreteria nazionale è stata apprezzata ma la soluzione ancora non c’è.
Stamattina al teatro Augusteo ci sarà l’incontro dell’ex governatore con i suoi sostenitori. Sul tavolo per adesso c’è solo la richiesta al Pd di annullare le primarie e rimettere in sella Bassolino, un percorso che lo terrebbe all’interno del perimetro dem. Nessuna intenzione di mollare neppure se il ricorso dovesse essere bocciato una seconda volta, in quel caso ci sono ancora i garanti nazionali per tenere il caso aperto. L’ipotesi della lista civica, in un percorso fuori dal partito in un quadro di rottura anche a Roma e Milano, resta per adesso una minaccia.

«I risultati elettorali sono viziati da serie e gravi irregolarità che ne comportano l’annullamento – aveva dichiarato in mattina Bassolino -. Passo dopo passo, posso presentare il ricorso in sede locale e lo faccio. Se presentassi già quello in sede nazionale vorrebbe dire che do già per scontato che questo ricorso non venga accolto». Si chiede di annullare la proclamazione del voto, ma si contesta anche «la presenza, all’interno del comitato, del segretario del Pd napoletano che non aveva titolo per partecipare alla riunione, creando una grave commistione tra organi di garanzia e organi politici».

In mattinata anche Valente ha presentato ricorso, ma agli organi di garanzia del partito, contro gli iscritti apparsi nelle immagini di Fanpage. «Vuol dire – ha commentato Bassolino – che ha cambiato linea. Evidentemente diverse cose non sono andate. Si vada avanti senza guardare in faccia a nessuno. Mi auguro che i suoi rappresentanti nel comitato approvino la richiesta che faccio».

Nel documento si cita anche la violazione dell’articolo 48 della Costituzione, che garantisce la libertà di voto. «Tali episodi – si legge nel ricorso stilato dall’avvocato Riccardo Marone, vice all’epoca del Bassolino sindaco – hanno certamente condizionato il risultato elettorale». Nel testo poi si contesta che le primarie vadano considerate una manifestazione di natura privatistica. Infine, si sottolinea come nella valutazione del primo ricorso, quello bocciato, ci sia «una evidente contraddittorietà» visto che il comitato accerta «la esecrabilità di alcuni episodi visibili nei due minuti e mezzo di video e dall’altro però non applica le relative sanzioni». Sul punto, la commissione mercoledì ha dichiarato che gli episodi evidenziati non sono tali da condizionare la libera espressione del voto.
Il ricorso di Valeria Valente invece chiede di verificare «se iscritti del Pd abbiano tenuto comportamenti lesivi dell’onorabilità del partito e dei candidati». Si chiede in particolare di «visionare l’intero video al fine di comprendere se vi siano ulteriori casi». Valente a più riprese ha chiesto chiarezza, il sospetto è che si sia danneggiata una parte sola.

«Per superare ogni dubbio sarebbe saggio rivotare nei seggi contestati» ha commentato ieri Gianni Cuperlo, di Sinistradem. «Il dibattito sul ricorso è fuori dalla realtà: è stato respinto anche nel merito, c’è un verbale che parla chiaro» ribatte Valentina Paris, responsabile nazionale Enti locali del Pd.