Sarà pronta entro gennaio la proposta del governo sul taglio del cuneo fiscale che interesserà fino a 14 milioni di lavoratori: i 9,5 milioni di beneficiari del cosiddetto «bonus Renzi» e i 4,5 milioni che sono stati esclusi dagli 80 euro. Il progetto è fare partire il provvedimento partirà a luglio 2020. Lo ha annunciato ieri il ministro dell’Economia Roberto Gualtieri durante il conclave del partito democratico nell’abbazia di Contigliano tra Rieti e Greccia. Gualtieri cercherà di trovare un equilibrio nella maggioranza sul taglio delle tasse in busta paga, in particolare con i Cinque Stelle, prima dell’incontro con i sindacati previsto venerdì. Gualtieri ha incontrato la sua vice Laura Castelli (M5S) che aveva chiesto una condivisione dell’iniziativa e la sottosegretaria di Leu Cecilia Guerra. Il taglio del cuneo è ritenuto un passo verso la riforma fiscale in corso di una veloce definizione. Ritenuta necessaria anche per provare a liberare il governo dalle conseguenze prodotte dalla non proprio fortunata idea della «sugar tax» e della «plastic tax».

«NELLE PROSSIME ore avvieremo un confronto con le forze di maggioranza e poi incontreremo le parti sociali con l’obiettivo di varare entro questo mese un decreto che consenta di ridurre le tasse a 14 milioni di lavoratori e una fascia significativa di percettori di redditi medio bassi finora esclusi dall’intervento degli 80 euro» ha detto il responsabile di via XX Settembre. «L’obiettivo – ha aggiunto – è di arrivare ad aprile con una legge delega sulla riforma fiscale ispirata a 4 principi: semplificazione e razionalizzazione del sistema fiscale a partire dalle detrazioni, alleggerimento del carico per i redditi bassi e medi, concorso alla semplificazione del sostegno alla famiglia e contributo alla transizione ambientale» .

L’OBIETTIVO è alleggerire già quest’anno di circa 500 euro il peso fiscali sostenuto dai lavoratori dipendenti con un reddito inferiore ai 35mila euro. Nel 2021 lo sconto entrerebbe a regime producendo un risparmio stimato in circa 1.000 euro. Le risorse stanziate dalla legge di bilancio sono già state appostate dalla legge di bilancio: 3 miliardi per quest’anno, 5 miliardi nel 2021.

IN QUESTE ORE sono in molti ad esercitarsi nelle simulazioni della misura che rappresenta la parte relativamente più sostanziosa della manovra, a parte i 23 miliardi di euro stanziati per bloccare l’aumento dell’Iva. Il «bonus» potrebbe anche salire a 100 euro nel caso dei redditi tra i 15 e i 26mila euro che sono stati fino ad oggi interessati dallo sgravio renziano. Al ministero dell’Economia si valuta la possibilità di trasformare il bonus da 80 euro in una detrazione. Ciò permetterebbe di aumentare la busta paga dei dipendenti di circa 20 euro, 240 euro medi in più ogni anno.

SEMBRA ESSERE stata esclusa l’ipotesi formulata inizialmente dal viceministro all’economia Antonio Misiani (Pd) che aveva ipotizzato all’inizio di questa esperienza di governo un provvedimento per gli «incapienti», coloro che hanno redditi dipendenti inferiori agli 8 mila euro, esclusi dalla misura. «Bisogna partire dal peso eccessivo sui contribuenti del terzo scaglione, quelli che guadagnano dai 28 mila a 55 mila euro lordi annui su cui grava un’aliquota marginale del 38% rispetto al 27% del secondo scaglione» ha detto Misiani. «L’idea ci sembra un buon punto di partenza – ha detto il deputato renziano di Italia Viva Luigi Marattin – Quando Renzi era segretario Pd gli 80 euro per qualcuno era una ’mancettà. Ora invece devono essere allargati anche ad altri».

PER IL CONSIGLIO nazionale dei commercialisti il taglio del cuneo avrà un impatto positivo sulla pressione fiscale delle famiglie in maniera contenuta Il saldo rischia di essere tendenzialmente negativo per pensionati, lavoratori autonomi e ceto medio che ha subito l’inasprimento della tassazione locale senza contropartita, al netto dell’esenzione della prima casa dall’Imu.

Uno studio dell’Osservatorio economico dei Commercialisti ha dimostrato che le famiglie non sono riuscite a recuperare lo shock fiscale che le ha colpite nel 2012.

*** IL CUNEO FISCALE. Il cuneo fiscale è la differenza tra il costo del lavoro sostenuto dall’impresa e la retribuzione netta che spetta al lavoratore, su cui gravano imposte, contributi previdenziali e assicurativi. In Italia è fra i più alti in Europa. Fin dai governi Prodi si è sempre cercato di ridurlo. Ma se finora si è operato su entrambi i lati – riduzione di tassazione e contributi per le aziende, salario dei lavoratori – questa volta sono stati tutti d’accordo a favorire solo i lavoratori.