Juan Guaidò vuole avere «uno scambio» di opinioni con Luigi Di Maio sulla «decisiva transizione» che sta vivendo il Venezuela. Una richiesta che il presidente dell’Assemblea nazionale venezuelana ha espresso in una lettera inviata al vicepremier e capo politico del M5S e nella quale gli chiede di incontrare una sua delegazione che sarà in Italia lunedì. Fino a ieri sera nessuna risposta era arrivata da parte di Di Maio ma un risultato, per quanto più scontato, Guaidò intanto l’ha già ottenuto. Lunedì la sua delegazione sarà ricevuta al Viminale da Matteo Salvini che, in rotta di collisione con i grillini, sostiene Guaidò e preme perché in Venezuela si arrivi al più presto a nuove elezioni presidenziali.

Dal punto di vista diplomatico, e della ricerca di consenso intorno alla sua autoproclamazione a presidente, quella di Guaidò è una mossa importante. Le polemiche che dividono il governo gialloverde con la sua posizione «neutrale» sono arrivate anche a Caracas e se da un parte hanno fruttato i ringraziamenti di Nicolas Maduro all’esecutivo, dall’altra risultano incomprensibili al presidente dell’Assemblea nazionale. «Io la posizione italiana proprio non la capisco», ha confessato tre giorni fa Guaidò in un’intervista a Repubblica. Da qui l’idea di spiegare le sue ragioni direttamente ai 5 Stelle nella speranza di portare anche l’Italia sulle posizioni già assunte dall’Unione europea. Come del resto auspicato anche dal presidente della Repubblica Sergio Mattarella. Decisamente più facile, invece, il rapporto con il leader della Lega: «In questi giorni mi tengo in contatto con Salvini», ha spiegato Guaidò nell’intervista.

Oggi a Montevideo il ministro degli Esteri Enzo Moavero Milanesi parteciperà al gruppo di contatto formato da paesi europei e latinoamericani per fare il punto sulla situazione venezuelana. «L’Italia vuole capire quali sono le posizioni di tutti e vedere cosa gli altri paesi metteranno sul tavolo», spiegavano ieri fonti della Farnesina.