Dal sogno all’incubo. Il M5s a Corleone non esiste più. Luigi Di Maio l’ha cancellato con un colpo di spugna. Mesi, anni, di attivismo spazzati via. Di botto. Anche se Maurizio Pascucci dovesse vincere domani sarà un sindaco senza partito. Anzi, senza movimento. La richiesta di espulsione avanzata da Di Maio in persona, è già sul tavolo dei probiviri; una pura formalità, se a chiederlo è il capo politico. Con lui alla porta anche tutti i candidati nella lista 5s che continuano a sostenere Pascucci nonostante l’anatema del leader. «Chiunque sarà eletto non avrà il simbolo del M5s», avverte Di Maio. Rimane, invece, al suo posto il deputato Giuseppe Chiazzese, eletto nel collegio di Monreale, e punto di riferimento del movimento nelle Madonie. Su di lui, Di Maio si mantiene cauto: «Voglio parlargli per capire il suo pensiero». Fine.

EPPURE è stato proprio Chiazzese l’ideatore della trovata che ha rotto il giocattolo pentastellato. Si deve proprio al giovane parlamentare la foto che ha mandato su tutte le furie il vice premier. Subito dopo la notizia che il leader aveva annullato il comizio finale dopo aver visto quell’immagine, Pascucci, molto teso e imbarazzato, ha raccontato che quella foto, postata su Facebook, che lo ritrae con Salvatore Provenzano, «nipote» acquisito del capomafia defunto Bernardo Provenzano, non era improvvisata o casuale. Ma una strategia studiata a tavolino. Condivisa con Chiazzese, i candidati della lista M5s e tanti attivisti. Per lanciare un messaggio, a loro dire rivoluzionario: «I parenti dei mafiosi condannati, che prendono le distanze dai congiunti, non possono rimanere esclusi dalla comunità, con loro è possibile aprire un dialogo».

Apriti cielo. Parole che sono piovute come macigni sulla testa del ministro. Che prima di assumere la decisione però ci ha pensato un’intera mattinata, per poi annunciare con un video che non sarebbe andato a Corleone, mentre in un pastificio lo attendevano tanti candidati e alcuni imprenditori prima di spostarsi tutti in piazza Garibaldi per la parata finale. E invece, nulla. Tutto cancellato. Chiazzese al momento rimane al suo posto. A sentire Salvatore Provenzano, il titolare del bar finito nel tritacarne assieme a Pascucci, con Chiazzese condivide una lunga conoscenza. «Suo padre è stato il mio insegnante di scuola media, conosco Giuseppe da tanti anni», racconta Provenzano che cerca in ogni modo di allontanare sospetti e maldicenze dalla sua famiglia.

«Sono un lavoratore, mi alzo ogni mattina alle 5 per aprire il bar e sto qui 18 ore al giorno; che ne sa Di Maio?», sbotta circondato da alcuni amici. Di Maio insiste sulla la linea dura: «Quella foto anche se fatta in buona fede comunica qualcosa di malsano – ripete il ministro -. ho dovuto tagliare il cordone ombelicale creato con quella foto, nessuno può mettere in dubbio che lo Stato sia contro la mafia, anche perché prima di essere il capo politico del movimento sono un ministro dello Stato. Il dialogo si fa con le famiglie delle vittime e con i testimoni di giustizia non con i parenti dei mafiosi».

TRA MILITANTI e attivisti c’è sconforto. A Corleone nessuno mette in dubbio l’integrità morale di Pascucci, che veniva dato per vincitore prima delle novità. Apprendista cameriere, poi titolare di una pizzeria a Cecina dal 1982 al 1990, quindi militante dell’Arci, portavoce di Libera in Toscana, esponente della Fondazione Caponnetto, Pascucci si è trasferito nel 2014 nel paese che ha dato i natali ai più sanguinari capimafia per fare «di Corleone una comunità dove le ombre siano memoria e la luce sia splendente per tanti e non pochi». Dopo i due anni di commissariamento del comune per infiltrazioni mafiose, proprio attorno a Pascucci si erano riuniti, non solo il M5s, ma anche pezzi di una sinistra che quasi non esiste più da queste parti e personaggi di centrodestra che mal digerivano la candidatura di Nicolò Nicolosi, l’ex sindaco, oggi 74 anni, che sta tentando di riconquistare la poltrona dopo i fasti d’un tempo nella Dc e nel Mpa di Raffaele Lombardo. Antonio Saporito, architetto, è il terzo incomodo di una elezione al cardiopalma, che non riesce a liberare energie positive in una Corleone che appare soffocata da una cappa impermeabile.