Si chiama «Sì per il Piemonte del sì» il manifesto con cui Sergio Chiamparino si ricandida in regione. Il riferimento al Tav è scontato. Come l’intento di far risaltare la contraddizione fra grillini No Tav e leghisti Sì Tav. Il guaio è che fin qui Chiamparino ha governato in coalizione anche con Sinistra italiana, da sempre No Tav (ora in regione con la lista Liberi e uguali). Risultato: Chiamparino, che non è il favorito nei sondaggi, rischia di perdere la coalizione e poi, quindi, la regione. «Nella comunicazione politica i sì sono importanti. Ma c’è tanta retorica in quel manifesto: chi direbbe ’no al lavoro’ e ’no all’ecologia’?» spiega Marco Grimaldi, segretario di Si Piemonte e consigliere regionale. «Noi diciamo molti sì: sì a continuare a costruire un Piemonte più giusto e solidale. Abbiamo portato la regione fuori dal baratro in cui ci aveva sprofondato la Lega. Perché Chiamparino vuole tornarci dentro?».

Enfatizzando il Sì al Tav il presidente di fatto vi esclude dalla coalizione?
Non sono il suo interprete. Creare contraddizioni nel campo avverso ci sta. Però ha diviso la sua coalizione ed è andato in piazza con il suo più acerrimo avversario, la Lega. L’Italia rischia di scivolare nell’autoritarismo. Sono stupito come gli esponenti del Pd non lo capiscano. La sinistra non deve rassegnarsi al fatto che tanti lavoratori e disoccupati hanno votato Lega e 5 stelle. Dobbiamo costruire una controinformazione che spieghi a chi si è impoverito che non è colpa di chi scappa dalla miseria e dalla guerra. Posso fare un esempio torinese?

Prego.
Il Balon era il mercatino dei poveri. Prima i piemontesi che venivano dalle campagne, poi i meridionali, oggi i migranti. Dopo 200 anni li vogliono sfrattare. I 5 stelle parlano di reddito e poi affamano i più poveri. Vogliamo lasciare la regione a loro?

Torniamo al Tav.
Noi non cambiamo idea. Ma chiedo a tutti i democratici se veramente vogliono battere la Lega. Se sì, troveremo il modo di confrontarci. Possiamo anche pensare di desistere dalla presentazione di un nostro candidato presidente. Ma fateci vedere che questo fronte progressista ha davvero voglia di battere la Lega. Fino ad adesso ci è andato in piazza assieme. A Torino nella piazza del 8 dicembre siamo scesi in decine di migliaia a fianco alle bandiere della sinistra, dell’Arci, Legambiente e Cgil, ma soprattutto tantissimi studenti e giovanissimi. Oggi a Torino davanti al comune c’erano tanto gli scout quanto gli studenti contro il decreto sicurezza. Se vogliamo fermare l’onda nera dobbiamo rimettere insieme mondi. Sui contenuti.

Quali?
Alzare i salari troppo bassi, diritti nella gig economy, divieto del lavoro gratuito contro i finti stage. Vorremmo il Piemonte capofila della riduzione dell’orario a parità di salario. Facciamola fino in fondo questa battaglia, come abbiamo fatto quella sulle borse di studio: nessun idoneo senza borsa, 50mila ragazzi in più hanno finito gli studi.

Il Piemonte ha anche fatto ricorso contro il decreto sicurezza.
Certo. Anche grazie a noi. Quel decreto mette a rischio le nostre politiche e i nostri investimenti in integrazione.

Ma Chiamparino dice che il Tav deve essere il volano del prossimo Piemonte.
Non siamo la sinistra che non vuole le grandi opere. Abbiamo detto sì alla prima e la seconda linea metropolitana, siamo per la terza, la quarta linea sotto il passante ferroviario. Ma perché tutto quel mondo economico e imprenditoriale che oggi punta tutto sul Tav non pensa ad altri investimenti? Vogliamo scrivere il finale al romanzo pendolare della regione? O vogliamo credere al Salvini ambientalista per un giorno? Io non sono per la decrescita infelice e non credo che la Tav sia male assoluto. Ma non capisco perché sia un totem. E perché tutti gli altri provvedimenti per spostare le merci su ferro non siano stati fatti. E perché questi dubbi non siano legittimi.

Chiede a Chiamparino di ripensarci?
Io so che non lo convincerò, lui sa che non ci convincerà. Quel suo manifesto non lo firmo. Ma se ha voglia di costruire un Piemonte più giusto, più aperto e solidale sa dove trovarci.

Qual è il suo giudizio sui No Tav di governo, cioè M5S.
La loro credibilità è zero. Il consiglio comunale di Tori no ha votato la mozione No Tav perché glielo ha imposto Di Maio per togliere l’attenzione da il Sì al Tap e al Terzo Valico. Se fossero veri ambientalisti proporrebbero un cambio generale del trasporto delle merci e delle persone. Invece non ce n’è la minima traccia nella finanziaria. La verità è che baratterebbero tutto, per salvare il governo con Salvini