Dal suo blog Beppe Grillo torna ancora una volta a chiedere le elezioni. Subito e con il Porcellum, la legge elettorale tanto vituperata solo fino a poche settimane fa e ora invece tanto apprezzata. «Adesso non c’è più tempo. O vanno a casa loro, o va a casa il paese. In mezzo non c’è nulla: prepariamoci alle elezioni per vincerle», scrive l’ex comico su un post intitolato «E’ finito il tempo delle mele».
Ormai Grillo batte sempre sullo stesso tasto, la richiesta di tornare alle urne. Convinto che gli elettori, se chiamati a esprimersi, confermerebbero la propria preferenza per il M5S. E solo allora, con in tasca la vittoria, si potrebbero fare le riforme. «Se governerà il M5S cambieremo in senso democratico la legge elettorale facendola approvare da un referendum e incardinandola nella Costituzione», scrive. Preoccupato che Pd e Pdl possano mettersi d’accordo per raggiungere in extremis un compromesso su una nuova legge che danneggi il M5S. «C’è forse qualche anima bella che crede di poterla cambiare con chi non ha mosso un dito per otto anni e che vorrebbe una repubblica presidenziale con il parlamento ridotto a uno stuoino?», chiede ai suoi l’ex comico. Per il quale gli italiani, ormai, sono trattati come «servi». «Questi vanno cacciati a calci nel culo», dice riferendosi alla classe politica. «Ogni voto, un calcio in culo. Il sistema protegge se stesso come una belva feroce. Non cede su nulla – sottolinea ancora – Nessun taglio ai privilegi, dalle pensioni d’oro ai finanziamenti elettorali». Per finire, l’ormai abituale attacco a Napolitano che, dice, «disegna da anni strategie fallimentari come se fosse investito da un’autorità suprema, prima Rigor Montis, poi Capitan Findus Letta, sta andando avanti come se nulla fosse successo».
Non tutti, però, nel M5S la pensano come il suo leader. Se il vicepresidente della Camera Luigi Di Maio, il capogruppo al Senato Nicola Morra, quello alla Camera Riccardo Nuti, ma anche Vito Crimi e Alessandro Di Battista sono pronti ad andare al voto con l’attuale legge (ieri Morra ha rinfacciato al Pd di non aver voluto cambiare il Porcellum nonostante ne abbia avuta la possibilità, mentre Crimi ha definito un’eventuale riforma «un colpo di mano»), altrettanto numerosi sono coloro che frenano la corsa al voto. Il dibattito, aperto da giorni, vede sul fronte opposto a quello del leader anche il sindaco di Parma Federico Pizzarotti e i senatori Lorenzo Battista e Francesco Campanella. Il primo ha definito l’ipotesi «una vera follia».
Il secondo, pacato ma determinato come sempre, che spiega: «Chi vuole il voto lo fa perché teme che una nuova legge elettorale non potrebbe fare altro che danneggiare il M5S. Io ritengo opportuno andare a vedere le carte, denunciando eventuali cose che non vanno». Di votare subito, quindi, neanche a parlarne: «Cosa succede se si ripropone una situazione come quella attuale? Avere a che fare con l’ingovernabilità per due legislature di seguito non farebbe bene alle istituzioni».
Critiche alle parole di Grillo arrivano dal Pd. «Il leader dei 5 stelle vuole conservare il Porcellum, rinviandone l’abrogazione a un ipotetico trionfo elettorale – affermano i senatori Isabella De Monte e Mario Morgoni -. Grillo è a capo di un gruppo importante, che ha ricevuto un mandato per cambiare la politica oggi, non in un ipotetico futuro».