Adesso anche Federico Pizzarotti finisce nel mirino di Beppe Grillo. Il sindaco di Parma, fino a oggi fiore all’occhiello del M5S, ha convocato per il prossimo 15 marzo una riunione con i candidati sindaci del movimento alle prossime elezioni amministrative di maggio. Iniziativa simile a quella già tenuta, sempre da Pizzarotti, l’anno scorso, e che nelle intenzioni dovrebbe essere un’occasione di confronto politico con i candidati arricchito, quest’anno, dalla presenza dei sindaci di Ragusa e Pomezia Federico Piccitto e Fabio Fucci, eletti anche loro nelle liste del M5S. L’idea, però, non piace a Grillo che, nonostante Pizzarotti l’avesse annunciata fin dal 12 febbraio, ha aspettato ieri per prenderne le distanze. «L’incontro con i sindaci ed i candidati sindaci M5S organizzato da Pizzarotti a marzo non è stato in alcun modo concordato con lo staff, né con me», ha sentenziato via Twitter il leader. Pizzarotti, però, contrariamente ad altri, non ha abbassato la testa. E ha subito replicato a Grillo, sempre via Twitter. L’incontro, ha scritto, «è stato organizzato come quello dello scorso anno. Se fare rete non va bene fate voi».

Sarà un caso, ma la scomunica di Grillo arriva pochi giorni dopo che Pizzarotti ha preso a sua volta le distanze dal leader criticando le espulsioni di Francesco Campanella, Fabrizio Bocchino, Lorenzo Battista e Luis Alberto Orellana, i quattro senatori dissidenti. Espulsione che Pizzarotti ha detto chiaro e tondo di non capire e di giudicarle una perdita di tempo, «sapendo che i problemi degli italiani sono altri». Ieri la replica di Grillo, a quanto pare ormai sempre più insofferente alle critiche.

Ma intanto per il il M5S si apre un altro caso, relativo questa volta al fondo di garanzia per le piccole e medie imprese, lo stesso dove i parlamentari a cinque stelle versano la parte di stipendio alla quale rinunciano. Sul fondo si agitano i sospetti del senatore Bocchino secondo il quale il fondo «non aiuta le imprese in difficoltà, ma aiuta le imprese che non sono in difficoltà perché c’è una commissione che decide e valuta il grado di affidabilità». E, sempre secondo il senatore, nella commissione ci sarebbero anche imprese in cui sarebbe coinvolto Gianroberto Casaleggio. «Si apre la possibilità di un conflitto di interesse», ha concluso il senatore. Parole per le quali Casaleggio ha già annunciato di voler ricorrere in tribunale denunciando il senatore. La minaccia non sembra però preoccupare più di tanto i senatori dissidenti. Che sono subito tornati alla carica. «Chissà perché da ieri non funziona più il sito www.fondogaranzia.it. Strane coincidenze», ha osservato infatti il senatore Battista.