In un video diffuso ieri dall’Associazione che porta il nome di Gianroberto Casaleggio e che ne ricorda la figura in occasione dell’anniversario della scomparsa, Beppe Grillo saluta l’altro co-fondatore del Movimento 5 Stelle: «Cinque anni che non ci sei, ma vedessi quello che sta succedendo. Noi stiamo andando avanti, facciamo cambiamenti: gente che se ne va, gente che torna, gente che va nei gruppi misti, stra-misti, gente che ha delle rivoluzioni culturali, dei mancamenti di intelligenza… Abbiamo delle psicopatologie, ci vorrebbe un neurologo…». Il filmato ha un effetto straniante, decanta la visione strategica di Casaleggio Senior mentre la sua creatura politica vuole liberarsi dell’appendice digitale che lui considerava decisiva.

Tuttavia, il flusso di coscienza di Grillo fotografa la situazione del M5S. Pareva fatta, con l’arrivo di Conte e l’ingresso in una sorta di fase adulta, nel nome della cultura di governo e della transizione ecologica. Ma giovedì scorso dalle stanze dell’ex presidente del consiglio, che sta preparando il nuovo M5S in maniera del tutto indipendente dalla grande parte dei parlamentari, è trapelato il regolamento che prevede che in media ogni eletto alla camera e al senato debba versare, tra restituzioni forfettarie e finanziamento alla struttura organizzativa, circa 2500 euro mensili. E visto che la gran parte dei sottoscrittori, tra tetto dei due mandati e diminuzione dei seggi, difficilmente avrà un posto nella prossima legislatura, allora ecco che Conte sta toccando con mano che la coperta è troppo corta, rischia di scontentare sia gli ortodossi, data l’intensa rigenerazione del M5S, che i pragmatici, visti gli spazi che si riducono per molti di essi.

Sono passati ormai quindici giorni da quando Conte si è presentato davanti agli eletti e ancora si sa poco di come e quando entrerà in scena. I tempi lunghi del leader attendista e mediatore poco si addicono a un organismo che ha bisogno di una direzione chiara. È bastata ad esempio la voce che vuole Conte pronto ad aprire i gruppi parlamentari ad alcuni dei responsabili che si erano organizzati per sostenerlo nei giorni della crisi di governo per generare ulteriori inquietudini. Sarebbe la prima volta che il M5S apre le porte a eletti nelle liste di altre forze politiche. Quanto a Rousseau, negli uffici dei gruppi parlamentari il divorzio si considera cosa fatta. Ieri la piattaforma ha utilizzato il Blog delle stelle, che è ancora l’organo ufficiale grillino, per ribadire i suoi punti fermi.

A partire dal tetto dei due mandati: «Il limite è previsto nel codice etico ed è già nei regolamenti elettorali del M5S. Rappresenta un principio consolidato sin dalle origini fai fondatori Gianroberto Casaleggio e Beppe Grillo, come emerso nel in uno dei tre principi del V-Day e in altre manifestazioni. Tale principio è stato ribadito dagli iscritti anche agli Stati Generali dello scorso autunno e dal Garante Beppe Grillo nelle ultime settimane».