Non arriva a nuoto, questa volta, Beppe Grillo. «Sono arrivato con l’aereo. Col cavolo che vengo qui a nuoto, non ve lo meritate!», urla alla piazza. Sbarca in quella Sicilia che lo vide protagonista di un tour trionfale, premessa del trionfo elettorale che segnò il debutto del Movimento 5 Stelle al grande pubblico. Era il novembre del 2012.

«Ci dicono populisti intendendo fascisti. Noi siamo orgogliosi di essere populisti: popolo è una bella parola, l’hanno trasformata in una schifezza», dice passando da Trapani per sostenere il candidato sindaco Marcello Maltese. «Non si deve fare né spettacolo né campagna elettorale, ma bisogna evocare una seduta spiritica per chiamare i trapanesi di una volta», intima alle centinaia di spettatori. La versione di Beppe del modello tedesco all’italiana è molto spicciola: «Tutti sostengono che non raggiungeremo il 40%, lo so – scherza il leader – Noi dobbiamo raggiungere il 50% o vi vengo a prendere uno a uno a casa…».

Nell’isola lanciata verso il voto regionale che vede un Movimento 5 Stelle lanciatissimo, Grillo incontra a pranzo il candidato a sindaco di Parlermo Ugo Forello e il futuro aspirante alla presidenza della Regione Giancarlo Cancelleri. A Palermo è atteso prima al velodromo intitolato a Paolo Borsellino, proprio vicino al quartiere popolare Zen, uno dei simboli delle periferie metropolitane abbandonate. Parla in una struttura sportiva che ha rischiato a lungo di essere privatizzata, di essere concessa chiavi in mano all’allora presidente della squadra di calcio locale Maurizio Zamparini perché vi costruisse un nuovo stadio. Tramontato il progetto anche grazie alla pressione di movimenti e comitati locali, i grillini arrivano a denunciarne le condizioni precarie facendo inarcare più di un sopracciglio presso chi quella battaglia la ha combattuta realmente. «Ripartiamo dalle periferie – ha detto il candidato sindaco pentastellato, Ugo Forello – Il Velodromo è il simbolo del degrado e del fallimento a cui questa amministrazione di Leoluca Orlando ha costretto la città».

Forello, che di professione fa l’avvocato, ha dovuto in questi giorni rispondere alle polemiche circa il suo ruolo nell’associazione Addio Pizzo, dopo le insinuazioni di aver lucrato sulla tutela legale degli associati: «Per il ruolo che ho svolto in Addio Pizzo ho già sporto querela – assicura – Invito i miei avversari ad abbassare i toni». «Siamo i diseredati, i pazzi della politica, quelli un po’ dilettanti. Quelli che sbagliano. E ne siamo orgogliosi. Solo sbagliando si impara e si va avanti», dice Grillo ai suoi nel corso del comizio. Gi. San.