«Vinceremo le elezioni Europee, lo metteremo per iscritto». E una volta fatto, quando a Strasburgo arriverà una pattuglia di europarlamentari a 5 stelle nuovi di zecca, allora si deciderà con chi fare gruppo. «In Europa noi per adesso ci andiamo da soli, poi vedremo se c’è qualche gruppo tedesco o finlandese che condivide il nostro programma». E non si dica che il M5S è antieuropeista. «Non è vero», dice infatti il leader, che dopo aver preferito per mesi la stampa estera a quella di casa adesso la rimprovera . «Mi avete descritto come un razzista, ma dovreste ringraziarci perché abbiamo fatto da tampone ad ’albe dorate’ e razzisti». Fino ad arrivare a riprendere una giornalista colpevole di avergli chiesto se è intenzionato ad allearsi con altri «partiti populisti». «Attenti con le parole, populista è un’offesa», è la replica stizzita.

E’ il solito Grillo che straripa da tutte le parti quello che ieri si presenta alla sede della Stampa estera per un incontro con i giornalisti stranieri. Con i quali parla di Europa ma anche delle vicende interne senza risparmiare loro la solita dose di battute contro avversari politici – a partire dal segretario del Pd Renzi – e giornalisti.

L’Europa, prima di tutto. Da tempo gli attivisti si chiedono come verranno scelti i candidati per Strasburgo, e la mancanza di notizie ha suscitato più di un malumore. Grillo sembra confermare il criterio delle parlamentarie anche se, ammette, «non so ancora meccanicamente come avverrà». Per quanto riguarda i criteri di scelta, invece, «solito metodo, incensurati e non più di due legislature. Si farà una lista, si pubblicheranno i curriculum e poi la gente sceglierà».

Sul risultato che a maggio uscirà dalle urne, dimostra di puntare molto, ma molto in alto. «Vincere significa essere il primo partito in Europa» afferma. Promettendo che poi si potranno cambiare sia l’Italia che la stessa Europa. Il che, stando alle cose dette nei mesi scorsi significherebbe anche rivedere trattati già sottoscritti e arrivare a un referendum sull’euro.

Ma Europa significa anche immigrazione. In passato il leader del M5S non si è certo distinto per le sue aperture verso gli immigrati. Basta ricordare come si è scagliato l’abrogazione del reato di clandestinità «perché fa perdere voti» (salvo poi essere smentito di recente dalla rete), ma anche contro lo ius soli, mentre nel programma del M5S di immigrati non c’è traccia. Davanti ai giornalisti degli altri Paesi Grillo è però cauto: «’Via gli stranieri prima gli italiani’ sono frasi che funzionano quando non c’è il pane – dice – E dall’altra parte c’è il buonista, che dice ’siamo buoni, venite’. Poi li abbandoniamo nei centri». Peccato che non spieghi come il M5S intende affrontare il problema, limitandosi a un generico: «Vogliamo sederci in Europa, è una situazione che dobbiamo spartire con l’Europa».

Alla fine ce n’è anche per Giorgio Napolitano, contro cui Grillo da tempo dice di voler chiedere l’impeachment: «Ci stanno lavorando due studi legali che tuttavia per il momento vogliono rimanere anonimi», annuncia prima di finire con l’ennesimo, pesantissimo attacco alla stampa italiana che definisce «il cancro vero di questo Paese».