Beppe Grillo compare sorpresa a Roma e lancia la campagna del M5S per il No al referendum sulle riforme costituzionali in programma in autunno. Il leader pentastellato ha raggiunto i gruppi parlamentari al Senato per delineare una strategia condivisa in vista della consultazione: «Le riforme del governo sono scritte malissimo. Non si capisce nulla. Sono un pasticcio. Dobbiamo impegnarci per bocciarle», dice Grillo. In gioco c’è anche la permanenza di Matteo Renzi a Palazzo Chigi. Elemento, quest’ultimo, che i cinquestelle mettono però in secondo piano per «non cadere nella trappola e personalizzare il voto».

La mobilitazione pentastellata sul referendum riguarderà tutti i «portavoce» del M5S, sindaci e consiglieri comunali inclusi. A loro si rivolgerà Davide Casaleggio in un incontro, allargato anche agli europarlamentari, in programma giovedì a Milano. Luogo e orario sono segreti per evitare «imbucati» ma la riunione «formativa» – si apprende da fonti del movimento – sarà incentrata sul tatticissimo aspetto della comunicazione più che su questioni politiche.

Non potranno esserci i sindaci di Roma e Torino, Virginia Raggi e Chiara Appendino, che già avevano fissato degli impegni. Mancherà pure il sindaco di Parma, Federico Pizzarotti, ancora nel limbo della «sospensione» dal M5S. Sulla strategia del movimento trapela che si punta a non «appiattirsi sul comitato per il No»: come da tradizione il M5S non partecipa a coalizioni più allargate, anche se non si tratta di altri partiti ma di forze sociali in senso lato. Danilo Toninelli, che segue le questioni costituzionali, sintetizza così: «Comitati per il No?Il M5S è il Comitato per il No. Forse il maggiore che ci sia».

Poi Grillo è stato preso in consegna da Raggi e ha fatto il giro del Campidoglio con la sindaca a fare da Cicerone. I due avrebbero discusso delle priorità che stanno impegnando la nuova amministrazione dal giorno dell’insediamento: dall’«emergenza migranti» a quella rifiuti. Raggi è arrivata di corsa, dopo essere intervenuta al Consiglio nazionale dell’Anci in corso nella Protomoteca del Campidoglio.

In quella sede, lei ha sfoderato la sua faccia moderata: «Entro oggi in questa assemblea e devo fare i compiti – ha detto ai delegati – Io non interverrò nel merito, questa è la mia cartellina e la studierò. Farò tutto quello che mi compete per supportare l’attività di questa associazione e per inserirmi in questo gruppo». Prima ancora, la sindaca aveva incontrato il presidente del Senato Pietro Grasso. Anche qui, dichiarazioni di circostanza: «È stato un incontro in cui ci siamo conosciuti ed è stato molto importante presentarci». E Renzi? «Programmerò un incontro con lui».

Mentre era in corso il vertice, una delegazione dei manifestanti dei movimenti per il diritto alla casa è uscita da Palazzo Senatorio, senza riuscire a parlare con la sindaca. «Caro Grillo avete aperto i palazzi per occupare le poltrone», ha detto uno dei manifestanti al megafono rivolgendosi all’ospite del giorno. «Visto che il sindaco non ha ancora parlato di progetti per risolvere l’emergenza abitativa e non l’ha fatto neanche oggi – ha continuato un attivista- nei prossimi giorni scenderemo ancora in piazza. Non siamo stati ricevuti perché evidentemente le emergenze sono solo i topi e i rifiuti non le famiglie senza casa».

Oggetto del contendete è la delibera con la quale il commissario Tronca aveva recepito la delibera regionale strappata dai movimenti di lotta per la casa. Il fatto è che, nonostante circa diecimila persone vivano in case occupate e molte di più soffrano la crisi, la questione abitativa non è tra le «priorità» scandite dalle consultazioni sul programma avvenute tra i 5 Stelle prima del voto, che avevano individuato come emergenze i rifiuti, la trasparenza e i trasporti.