L’aver omesso l’opzione Verdi nel referendum sulla scelta dell’eurogruppo al quale iscriversi, continua ad agitare il M5S. A difesa della scelta di Farage sul sito di Grillo è apparso ieri un post firmato da Paolo Becchi che attacca i giornali accusandoli di aver spinto perché a Strasburgo il M5S si alleasse con i Verdi europei o con la lista Tsipras. Becchi è un presunto ideologo del movimento che Grillo assume o scomunica a seconda di come gli fa comodo. E ieri, evidentemente, gli tornava utile far sue le teorie di Becchi nella speranza di mettere a tacere quanti non riescono a digerire l’alleanza con il leader della destra britannica. «Oggi tutti i giornali scrivono sul fatto che votando per Farage il M5S si sposta a destra», afferma il professore genovese in un articolo intitolato «I cocomeri di regime, verdi fuori e rossi dentro» (da una frase di Andreotti), nel quale attacca la sinistra ecologista e quella guidata dal leader greco Tsipras. «Un’alleanza con questi gruppi – sostiene – avrebbe frenato la forza propulsiva di rottura da parte del Movimento verso l’attuale architettura istituzionale dell’Unione Europea. E, non è un caso, era esattamente quello che i media di regime volevano». Becchi interviene poi sul concetto di «destra e sinistra, »categorie politiche ormai prive di ogni senso e completamente a-storiche».
A Becchi ha risponde il portavoce dei Verdi italiani Angelo Bonelli, per il quale «sul blog di Grillo continuano le bugie costruite scientificamente per gettare fango sui Verdi per provare a giustificare l’ingiustificabile». «È curioso che per attaccarci sul blog di Grillo si usino le stesse frasi usate prima da Andreotti e poi da Berlusconi (i riferimenti al cocomero) per attaccare gli ecologisti», aggiunge Bonelli.
Sulla questione interviene anche il capogruppo del M5S a Strasburgo Ignazio Corrao, e lo fa difendendo al scelta di Grillo: «I Verdi erano una non-opzione che si è esclusa da sola», ora «invito tutta la componente anti-Farage che è stata fomentata in questi giorni a prendere fiato, calmarsi e giudicare i fatti (che ancora non esistono) e non la fuffa mediatica», scrive Corrao su Facebook. «Abbiamo parlato con l’Ukip di loose association – assicura Corrao – e manterremo intatta la nostra identità (da tutti i punti di vista nessuno escluso, mi sembra di essere più che chiaro), ed inoltre metteremo paura all’establishment europeo con un gruppo che ha capito la nostra natura anti-Casta, o qui anti-Troika, e che vuole fare una reale battaglia per cambiare le cose»[/ACM_2]. Questo gruppo «partirà con grande entusiasmo, tenute presenti le differenze strutturali tra noi e loro». Sarà davvero così? I termini per presentare un gruppo al parlamento europeo scadono il 24 giugno e finora Farage non ha abbastanza rappresentanti di Paesi europei per poterne creare uno. Se non ce la farà, in Europa i grillini più che mettere paura a qualcuno, come dice Corrao, passeranno buona parte della legislatura a non contare niente, avendo perdipiù anche i tempi per gli interventi limitati.